Ad ottobre potrebbe esserci, in netto anticipo, un taglio dei tassi d’interesse da parte della Banca centrale europea, argomento sul quale si sta ponendo massima attenzione in questo periodo. Diversi analisti, investitori e governi credono fortemente che ciò possa avvenire. Da Bnp Paribas a Goldman Sachs, passando per J.P. Morgan, sono convinti che possa manifestarsi questo scenario che, solo fino a qualche settimane fa, non era alquanto prevedibile. Ossia la possibilità di arrivare a due riduzioni consecutive del costo del denaro nell’eurozona.
Voci sul taglio dei taglio dei tassi d’interesse dalla BCE
Dopo che si sono verificati i 25 punti base di calo in giugno, e soprattutto dopo la pausa estiva per ricevere più dati sull’inflazione, gli investitori sentono che la Banca centrale europea non sarà lì ad aspettare il meeting di dicembre per creare qualcosa di concreto all’interno della politica monetaria. Senza dubbio sta preoccupando, non poco, la situazione macroeconomica emersa dagli ultimi dati, con un evidente rallentamento secondo la lettura dei valori di settembre dei Purchasing managers’ index (Pmi), che monitorano le variazioni mensili delle operazioni dei direttori degli acquisti delle maggiori aziende globali.
Ciò lascia pensare come ad ottobre possa quindi muoversi qualcosa con la discussione nel Consiglio direttivo che diventerà decisamente più significativa. Bisogna valutare, secondo gli esperti di Francoforte, le implicazioni geopolitiche. Ritroviamo infatti da un lato, l’escalation del conflitto in Medio Oriente, che può incidere prepotentemente sulle filiere produttive delle imprese Ue.
Stando a quanto riferito da Bnp Paribas, bisognerà puntare su alcuni punti importanti entro il mese prossimo. Secondo la banca francese si ha la previsione che la Bce taglierà i tassi di 25 punti base nella riunione del 17 ottobre per motivi legati alla gestione del rischio. Tale situazione viene spiegata dai recenti dati che indicano un aumento del rischio di un deterioramento più marcato dell’attività economica nell’eurozona, mentre sembrano essere più positive le prospettive di inflazione a breve termine.
Si prevede però, nello stesso modo, anche di un nuovo taglio a dicembre per procedere con un ritmo trimestrale di tagli nel 2025. Il tasso terminale, salvo sorprese, dovrebbe attestarsi al 2,25% a fine del prossimo anno, secondo Bnp. Visto tale scenario, dalle voci che si raccontano, Lagarde è consapevole che non può legarsi le mani con dichiarazioni nette, né sentieri prestabiliti.
I possibili tagli ad ottobre sono uno scenario plausibile laddove ci siano evoluzioni globali così gravi da giustificare una mossa di questo tipo. A oggi il quadro di base vede dicembre, coi nuovi dati macro in arrivo, come data prescelta per il terzo round sui tassi dopo giugno e settembre.