Pagare con il cellulare, sempre più

 Se non si hanno contanti, se non si trova il libretto degli assegni, se la carta di credito è nell’altro portafogli un modo per pagare c’è ed è, con ogni probabilità, in tasca. É il cellulare. E lo si usa sempre di più come moneta. Nel 2009 il valore delle transazioni attraverso il telefonino è stato di quasi 10 milioni di euro. E aumenterà sempre più nel giro di 2 o 3 anni. Merito dell’ultima generazione, gli smartphone come I-pod o BalckBerry, che sono sempre connessi alla rete.  Anche l‘Osservatorio NFC & Mobile Payment della School of Management del Politecnico di Milano – che ha analizzato oltre 200 applicazioni di mobile payment a livello internazionale e circa 100 in Italia e condotto un’indagine su 1.500 consumatori – lo conferma.  Gli acquisti si fanno  – soprattutto in modalità remota, quella non connessa a internet – con una maggiore preferenza lo shopping a basso importo. Certo, molti utilizzano i servizi anche per la solidarietà (Haiti, ad esempio), oppure servizi di pubblica utilità (come l’Ecopass).  Pochi spiccioli. Ma l’osservatorio riferisce che Il 40% del campione confessa di essere molto attirato dalla proposta di un servizio di pagamento via telefonino. Ma deve essere facile, rapido e sicuro. Soprattutto sicuro. E le aziende si muovono per «intercettare» questi nuovi possibili clienti. Parcheggi, biglietti del treno, del cinema (solo Medusa). E poi pay per view o tv satellitare. Tutto a portata di cellulare. Resta però il fatto che gli sms sono per gli italiani ancora il mezzo di comunicazione più usato. Secondo gli operatori, che l’Osservatorio definisce esercenti,  già ora ci sono risultati più che accettabili: centinata di migliaia di transazioni annuali e molti altri si stanno attivando nel medio periodo. I migliori? Trenitalia, Sky, Meridiana e Cervino. Insomma, il processo di diffusione dei servizi di «pagamento mobile» sta crescendo. Perché di questi tempi, non è importante come farsi pagare. Ma farsi pagare. In tutti i modi, cellulare compreso.