Mutui tasso variabile, aumenti fino al 75%: come difendersi

di Daniele Pace Commenta


Il tasso variabile dei mutui è cresciuto in maniera notevole, come tutti ben sanno, ma difendersi è in ogni caso ancora possibile. Una possibile soluzione deriva dalla mossa di ritardare la scadenza del prestito, prolungandola in modo tale da rendere un po’ meno pesanti, e impattanti sul bilancio di famiglia, le rate che arrivano da pagare ogni mese.

Questa soluzione, però, vuol dire sostanzialmente provvedere a una rinegoziazione del mutuo con il proprio istituto bancario, ed è chiaramente una decisione che, in fin dei conti, viene presa dalla banca stessa, che ha la facoltà di scegliere se riaprire, o no, la pratica. Un’altra potenziale soluzione potrebbe essere la surroga, che prevede che il vecchio mutuo venga chiuso e, al contempo, si provveda all’apertura di un mutuo del tutto nuovo, avente il medesimo debito residuo del primo, ma chiaramente con delle condizioni di maggior favore.

Il problema è che non è affatto semplice individuare una banca che sia d’accordo con una mossa del genere. Tra le altre possibili soluzioni per alleggerire la rata del mutuo, per chi ha un tasso variabile, c’è anche quella, avendo un po’ di liquidità da parte magari, di pensare di diminuire le rate, stando però attenti a non avere a che fare con delle penalità.

Le rate per l’acquisto di un’abitazione sono sempre più salate. Ormai non è certo una novità, dal momento che nei Paesi membri dell’UE, il costo del denaro si è alzato fino al 4%. La continua politica restrittiva sui tassi messa in atto da parte della Bce sta facendo la differenza, purtroppo, in tal senso. Come abbiamo detto, una delle possibili soluzioni è quella di ritardare la scadenza del prestito, anche se c’è un’eccezione con cui bisogna avere a che fare. Si tratta della legge 197/2002, in applicazione della cui normativa in capo all’istituto bancario c’è un vero e proprio obbligo di garantire la rinegoziazione del mutuo, passando da un tasso variabile a uno fisso. In questo caso, c’è una sostituzione tra il parametro Euribor e quello Eurirs. Una soluzione che può essere sfruttata da parte di tutti coloro che hanno fatto richiesta di un mutuo prima del primo gennaio 2023, per un importo fino al massimo di 200 mila euro, a patto che abbiano anche un valore Isee che non va oltre la soglia che è stata fissata intorno ai 35 mila euro. Insomma, si tratta docondizioni ben precise, ma che consentono di agire per ridurre la rata mensile da pagare.