Mutui incagliati, nuove regole in arrivo

di Gianfilippo Verbani Commenta

Dal 21 marzo 2016 le banche potranno rivalersi con maggiore facilità sulla casa ipotecata se non si paga il mutuo.


Una nuova normativa Ue è pronta: gli istituti non dovranno più passare dal tribunale in caso di debitori morosi.

L’immobile del finanziamento sarà utilizzato per rientrare del credito. In commissione Finanze alla Camera è infatti giunta la bozza di decreto legislativo che recepisce ladirettiva Ue 17 del 2014 (Mortgage Credit Directive, cioè «direttiva sul creditoipotecario»), una norma da approvare entro il 21 marzo di quest’anno. In pratica, le banche potranno rivalersi con maggiore facilità sulla casa ipotecata se non si paga il mutuo.

Quindi, che cosa significa? Il provvedimento comunitario, stabilisce che, se non siriescono a rimborsare le rate di un finanziamento finalizzato ad acquisire un bene cheviene posto a garanzia, si può trasferire quel determinato bene al nostro creditore,cioè alla banca o all’intermediario. Una volta venduto, il debitore potrà ottenereindietro l’eccedenza tra il prezzo di vendita e l’ammontare del debito non rimborsato. La bozza di decreto legislativo, però, compie un passo ulteriore rispetto allanormativa europea e prevede che «le parti del contratto di credito possono convenireespressamente, al momento della conclusione del contratto di credito osuccessivamente, che in caso di inadempimento del consumatore, la restituzione o iltrasferimento del bene immobile oggetto di garanzia reale o dei proventi dellavendita del medesimo bene comporta l’estinzione del debito, fermo restando ildiritto del consumatore all’eccedenza».

Allo stato attuale, nel momento in cui un mutuatario non rispetta per sette volte la scadenza delle rate, come stabilito dal testo unico bancario, la banca che eroga il mutuo si rivolge al Tribunale per avviare la procedura esecutiva: la casa viene messa all’asta e l’eventuale eccedenza, una volta venduta, retrocessa al debitore. Questa è una specificità italiana, che non è comune ad altri Paesi europei. Il decreto, se passasse così com’è, sarebbe un aiuto per il settore bancario gravato da 201 miliardi di sofferenze, delle quali 64 miliardi a imprese di costruzioni o immobiliari, e 15 miliardi di mutui ipotecari alle famiglie consumatrici.