Mutui in ripresa, ma precari e autonomi accendono pochi finanziamenti

di Gianfilippo Verbani Commenta

Il rialzo, rispetto allo stesso periodo del 2013, da gennaio ad agosto 2014 è stato pari al 28,6%. Tuttavia, poche richieste provengono da chi non ha un contratto a tempo indeterminato.


Secondo i dati messi a disposizione dall’Associazione Bancari Italiani, i mutui sono in netta ripresa. Non tutti, però, ne fanno richiesta in termini di categorie. I dati Abi sono inerenti a un campione che rappresenta l’80% del mercato (84 banche). Tra gennaio e agosto 2014, l’ammontare dell’accensione di nuovi finanziamenti ha raggiunto più di quindici miliardi di euro per un aumento del 28,6% in confronto allo stesso periodo del 2013.

Tuttavia, per chi non ha un contratto a tempo indeterminato il mutuo rimane un miraggio. Nel primo semestre del 2014, appena l’11,6% delle richieste di mutuo sono state fatte pervenire da lavoratori autonomi. Solo il 5% arrivano da liberi professionisti, mentre i lavoratori atipici rappresentano in questa graduatoria solo l’1%.

I mutui di cui fanno richiesta dipendenti a tempo indeterminato si configurano come il 78,8% del totale. Se si passa all’erogato, i numeri sono anche peggiori. Solo il 7,7% dei mutui concessi nel primo semestre 2014 erano a vantaggio di lavoratori autonomi, il 2,7% era appannaggio di liberi professionisti, mentre lo 0,7% era per gli ‘atipici’.

Ai lavoratori a tempo indeterminato è andato l’83,7% delle erogazioni. Questo il resoconto degli addetti ai lavori:

La fetta maggiore delle richieste arriva dalle persone che hanno la possibilità di fare il mutuo e che negli anni scorsi erano frenati da tassi e costi delle case più elevati. Anche sulle fasce di reddito si nota infatti uno spostamento verso l’alto. Diminuiscono i mutui richiesti dalle fasce fino a 1.500 euro al mese. Salgono quelli richiesti dalle tre fasce di reddito successive.

Per quello che riguarda la finalità del finanziamento, i dati rilevano meno richieste per l’acquisto della prima casa.