Mercato immobiliare in fermento, i tassi in aumento non incidono

di Daniele Pace Commenta


I prezzi continuano a crescere, quasi senza nemmeno risentire di tutte quelle incognite che sono presenti a livello macro. Gli stessi tassi sui mutui in Italia stanno subendo un forte rialzo, seguendo un po’ quelle che sono state le scelte che sono state prese da parte della Banca Centrale Europea.

Si tratta di trend che sono emersi dagli ultimi studi e sondaggi che sono stati pubblicati online e che cercano di inquadrare nel modo più veritiero possibile la situazione e l’andamento dei mutui entro i confini italiani.

Ebbene, gli ultimi dati parlano chiaro: c’è stato un importante rialzo dei tassi che vengono applicati, seguendo, come dicevamo in precedenza, quelle che sono state le mosse della Bce. Non solo, visto che a dovrebbero arrivare nuovi rincari in riferimento ai tassi ufficiali.

Nel corso del mese di giugno di quest’anno, l’Irs, ovvero quel valore che viene preso come punto di riferimento per quanto riguarda i vari mutui a tasso fisso, si aggira intorno al 2.28% in riferimento alla scadenza a dieci anni, in confronto invece all’1.78% che invece si era delineato nel precedente mese di maggio. L’Irs sui mutui a tasso fisso nella scadenza a vent’anni, invece, ha fatto registrare un balzo ancora più evidente, passando da 1.84% a 2.31%. Stesso discorso per quanto concerne l’Irs relativo ai mutui a tasso fisso con scadenza a 30 anni, che passano da 1.57% di maggio al 2.06% di giugno.

Per quanto riguarda l’Euribor, invece, al termine del primo semestre del 2022 la scadenza a un mese è stata registrata intorno a -0.52%, mentre la scadenza a tre mesi si attesta intorno a -0.24%.

Un ritmo di crescita diverso, il cui effetto principale è piuttosto preoccupante, dato che comporta un continuo aumento nello spread tra tasso fisso e tasso variabile per quanto concerne i mutui che hanno una durata di 20 o 30 anni. Il Tan medio variabile che è stato registrato durante il mese di giugno di quest’anno è pari all’1.25%, mentre il Tan medio fisso si attesta intorno al 2.76%.

L’allargamento della forbice tra il tasso fisso e il tasso variabile che si è verificato nel corso del primo semestre dell’anno, quindi, ha portato a una conseguenza ben precisa, ovvero far diminuire le richieste a tasso fisso, all’incirca per il 73% sui dati totali, mentre la riduzione delle richieste per quanto riguarda la stipula di un contratto di mutuo a tasso fisso si aggira intorno al 20% all’incirca.