Italia: crescono i debiti delle famiglie, ma in Europa…

 La stessa Italia che in Europa detiene il record per quanto riguarda il debito pubblico, si segnala anche perché, invece, conferma un’esposizione finanziaria delle famiglie verso le banche relativamente modesta (benché in crescita) rispetto a quella degli altri partner continentali. L’ultima fotografia, scattata dalla CGIA di Mestre e relativa al 2009, segnala infatti che l’indebitamento complessivo dei cittadini italiani ha raggiunto la bella quota di 524,1 miliardi di Euro, con un aumento del 2,5% rispetto al 2008. Il dato diventa meno allarmante se confrontato con gli 897 miliardi della Spagna, oppure con i 924 della Francia, i 1515 della Germania e i 1605 del Regno Unito. Italiani più virtuosi, dunque?

La situazione deve essere analizzata da diversi versanti. Di certo, un numero minore di famiglie indebitate ed una quantità di debito minore che altrove fa sì che il Bel Paese possa fronteggiare situazioni di crisi economica, come è stata quella che forse abbiamo appena superato, con una maggiore tranquillità. Vero è anche, però, che minore predisposizione all’indebitamento è anche minore predisposizione alla spesa e quindi tendenza all’uscita dalla crisi più lenta, anche se – va detto – quando la ripresa ci sarà in Italia sarà più vicina alla crescita dell’economia reale rispetto a quanto accadrà altrove.

In Italia, spiega l’associazione artigiana, “l’indebitamento medio delle famiglie nel 2009 è stato di 21.270 Euro contro i 36mila registrati in Francia, i 56mila della Spagna e i 63mila del Regno Unito”. In sostanza, una famiglia britannica media ha un rosso che è triplo rispetto a quelli dei nuclei familiari nostrani. Per giunta, l’incidenza dei 524 miliardi di debiti degli italiani sul PIL nazionale è del 34,2%, mentre la palla al piede di altri stati varia dal 49% francese fino allo sfondamento del tetto del 100% verificatosi Oltremanica. “Nonostante gli effetti della crisi si facciano sentire, l’Italia sta reggendo l’urto meglio degli altri Paesi europei”.