Interessi, capitalizzazione e spese di mantenimento: come si sceglie un conto deposito

di Gianfilippo Verbani Commenta

Gli elementi da considerare per sottoscrivere questa tipologia di strumento finanziario.


Il conto deposito è una tipologia di conto corrente bancario molto particolare. Solitamente contempla funzioni limitate ma offre tassi di interesse più alti rispetto gli altri conti correnti.


Quando si parla di funzioni limitate si intende dire che un conto deposito non offre strumenti di pagamento come bancomat, libretto degli assegni, carta di credito, e nemmeno la possibilità di far accreditare lo stipendio e addebitare bollette.
Un conto deposito è funzionare a investire la liquidità che al momento non serve.

Quando si sceglie un conto deposito ci sono diversi elementi da considerare: gli interessi promessi, la logica di capitalizzazione degli stessi, e le spese per il mantenimento del conto.

Gli interessi

Le banche dichiarano l’interesse lordo, da questo vanno tolte le tasse; nel caso apriste un conto deposito nel periodo di promozione, attenzione che il tasso promozionale, come altre condizioni del contratto, possono essere anche molto differenti da quello che saranno a regime normale, e meno vantaggiose.

Logica di capitalizzazione

Nulla di complicato, è il momento in cui vengono versati gli interessi. Può accadere in date predeterminate – fine anno, fine mese… – a intervalli calcolati a partire dalla data di apertura del conto, o da quando viene effettuato il deposito. E’ un aspetto molto importante del contratto. Gli interessi, infatti, possono essere reinvestiti, e un versamento del 5% fatto a inizio anno renderà il conto più remunerativo rispetto a un conto che versa lo stesso 5% alla fine dell’anno.

Spese mantenimento conto

Sono quelle che si pagano per l’apertura del conto deposito, per la chiusura, per versamenti e prelevamenti, per l’imposta di bollo, per il rendiconto. Alcuni conti sono a zero spese, ma non tutti.