Incentivi per l’auto, stop dall’Europa. E Fiorello viene chiamato in causa

di Gianfilippo Verbani 1


 Stop dall’Europa, niente incentivi per l’auto. Aiuti ad altri settori: tessile ed elettrodomestici. Bloccata la bozza del governo sui mini incentivi su Euro4 e Gpl. Il governatore della Sicilia stanzia 350milioni di euro, ma la Fiat chiuderà Termini Imerese. Previsto un calo di vendite di almeno 150mila vetture. In Borsa il titolo della casa torinese cede il 2,53%. Di auto e incentivi si parlava in tutta Europa. Anche Claudio Scajola, ministro dello Sviluppo economico, si trovava in Spagna, a San Sebastian, per discutere del futuro del settore automobilistico al vertice informale dei ministri europei dell’Industria. Poi da Bruxelles è arrivata la svolta: l’industria delle auto ha già ricevuto incentivi sufficienti, meglio spostarli su altri settori: dal tessile al legno agli elettrodomestici. Protesta l’associazione dei concessionari auto: «Gli incentivi non servono solo al Lingotto, ma a tutto il settore, che impiega in Italia circa 400.000 addetti». La casa torinese prevede di vendere 150mila auto in meno rispetto all’anno scorso. Anche lo Stato avrebbe un danno erariale: il gettito dell’Iva scenderebbe di 1,2 miliardi.  A Pomigliano d’Arco la Fiat riqualificherà lo stabilimento, producendo la «Panda», mentre abbandonerà Termini Imerese. Sul futuro dello stabilimento siciliano interviene ancora Scajola: «Ho preso contatti con i colleghi ministri per trovare una soluzione possibile sull’auto elettrica». Dello stesso avviso la Regione Sicilia. Il governatore Raffaele Lombardo ha confermato di investire 350 milioni di euro per le infrastrutture nel sito industriale di Termini Imerese, oltre a «sgravi sul costo del lavoro e l’accesso al credito d’imposta». Giuseppe Lumia, senatore del Partito democratico, critica il governo e la Fiat: «Non si può il giorno prima prendere gli incentivi per superare la crisi e il giorno dopo delocalizzare gli stabilimenti dove il costo del lavoro è più basso». Per salvare il proprio posto di lavoro, gli operai di Termini rivolgono un appello ad un loro famoso conterraneo, Fiorello. «Caro Fiore, non dovresti fare spot per l’azienda che sta per mandare a casa più di duemila nostri conterranei. Dillo chiaro da che parte stai».


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