Genova ha 350 Carte di Credito clonate. In Albania

di Gianfilippo Verbani Commenta


 Anche oggi ci tocca parlare di un caso di clonazione. Potremmo aggiungere “purtroppo” alla frase precedente, invece starebbe meglio un “per fortuna”, dal momento che vogliamo raccontarvi di un caso in cui la clonazione è stata sventata con buona pace dei risparmiatori, che non si vedranno più soffiare di sotto il naso i propri soldi (mentre resta da stabilire quanto di quello che gli è stato rubato sin qui gli potrà essere restituito), e delle autorità, che potranno mandare agli archivi la vicenda bollandola come un caso in cui l’attività investigativa ha avuto successo. Il caso riguarda la città di Genova e i suoi dintorni, ma la vera notizia è che la clonazione dei bancomat genovesi veniva fatta a centinaia di km di distanza: in Albania.

È per questo che c’è voluto qualche tempo per ottenere gli atti, ma alla fine i faldoni sono arrivati sulle scrivanie della polizia postale di Genova. Dove gli investigatori hanno scoperto che sono moltissimi i genovesi truffati con la clonazione delle carte di credito “Made in Tirana”. Alcuni tra i truffati sono anzi vittime anche dei due giovani genovesi – Luca Maria Calvi e Gabriele Pasqualino, 24 e 25 anni – arrestati a gennaio nella capitale albanese e attualmente ancora in carcere in attesa di giudizio. Nel corso degli ultimi giorni è infatti arrivato negli uffici della polizia postale di Genova, diretta da Armando Puccinelli, l’elenco completo delle carte di credito clonate e utilizzate per prelievi e spese pazze all’estero dai due giovani.

Altre segnalazioni sono in via di accertamento. E non stiamo parlando di un fenomeno tanto isolato, dal momento che sono una settantina al mese le denunce per clonazione di carte di credito che arrivano negli uffici della Polposte di via Dante. Dall’inizio dell’anno a oggi sono state già 350, il novanta per cento delle quali relative a prelievi di contanti e spese all’estero. In particolare la Bulgaria e la Romania sono i luoghi dove più spesso i truffati trovano traccia delle transazioni bancarie fatte a loro insaputa.