Il Friuli finanzia le proprie imprese

di Gianfilippo Verbani Commenta


 Lo Stato ha fatto la propria parte, i privati – chi più e chi meno – pure. Le famiglie stanno facendo la propria parte, nel doppio ruolo di ammortizzatore sociale e volano della ripresa, le banche sembra si siano forse (finalmente) convinte a svolgere il proprio ruolo. La crisi economica ha chiamato in causa una molteplicità di attori, in uno sforzo di coesione sociale che in questa Italia dei cento campanili, dei milioni di interessi e dei due blocchi politici contrapposti certo non era facile architettare. Forse ci stiamo riprendendo, forse la ripartenza è dietro l’angolo, sicuramente i dati sulla produzione industriale cominciano a segnare un “più” dopo che per trimestri e trimestri il segno davanti al dato era un meno. Cosa fanno, in tutto questo panorama, gli organi statali più prossimi alle aziende e cioè le regioni?

Oggi vediamo il caso del Friuli-Venezia Giulia, una delle realtà gioco-forza più attente al comparto della piccola e media impresa (PMI) che poi è anche quello su cui si fondano le principali speranze di risalita dell’economia. Ebbene, approfittando dell’opportunità offerta dall’Unione Europea che ha scelto di rendere temporaneamente meno restrittive le regole sugli aiuti di Stato alle imprese, la regione ha messo a punto un piano organico d’interventi finanziari a favore delle aziende colpite dalla crisi.

Quattrocento milioni (di €uro): questo è quanto stanziato da giugno a oggi. Soldi che sono stati utilizzati per sanare le criticità individuate, indirizzando gli interventi verso i vari settori produttivi più in difficoltà. Il tutto, facendo squadra: la regione Friuli ha infatti architettato un sistema di alleanze con banche e confidi, che si concretizza attraverso l’acquisto di obbligazioni, che permetterà alle imprese un accesso più diretto al credito. Agevolazioni per le imprese, dunque, specialmente per i numerosi nodi del tessuto delle piccole e medie realtà che tanto è radicato in questa realtà del Nord-Est.