Esproprio per morosità: la casa alle banche dopo 18 rate non pagate

di Gianfilippo Verbani Commenta

Il numero dei mancati pagamenti necessari è salito.


Le banche potranno entrare direttamente in possesso della casa ipotecata da un mutuatario dopo il mancato pagamento di diciotto rate di mutuo, anche non consecutive; questa facoltà, da inserire nel contratto tra istituti e clienti, non potrà essere retroattiva.

Sono questi i principali correttivi che la maggioranza proporrà in Commissione Finanze, alla Camera come al Senato, sulla discussa questione del recepimento della direttiva europea in tema di finanziamenti per l’acquisto della casa. Correttivi, si fa notare dalla stessa maggioranza, già vagliati dal governo, pronto ad accoglierli e dunque a renderli definitivi.

Il polverone è stato sollevato negli ultimi giorni, quando è emerso che il testo in discussione al Parlamento (per un parere non vincolante delle Camere) avrebbe aperto alla possibilità di inserire nei contratti di mutuo una clausola in base alla quale – dopo il mancato pagamento di sette rate – l’istituto sarebbe entrato in possesso dell’abitazione per mettere fine a ogni pretesa di rimborso verso i consumatori, senza passare dal Tribunale per le normali procedure giudiziali. Così facendo, avrebbe di fatto espropriato l’immobile per venderlo in tempi rapidi e incassare il corrispettivo della vendita, fatto salvo l’obbligo di distribuire gli incassi extra (rispetto all’ammontare del debito) ai mutuatari stessi.

Sale pertanto il numero dei mancati pagamenti necessari perché scatti l’esproprio: “E’ considerato inadempimento la morosità di almeno 18 rate”. Ancora, “in caso di inadempimento la casa può essere messa in vendita solo con uno specifico atto di disposizione dell’immobile da parte del consumatore”. La scelta delle 18 rate, spiega il relatore alla Camera Giovanni Sanga, “è stata fatta in base alla normativa già esistente, che prevede appunto la possibilità di sospendere per 18 mesi il pagamento delle rate sul mutuo prima casa”.