Credito alle imprese: meno richieste, maggiore soddisfazione

di Gianfilippo Verbani Commenta


 Continua la nostra analisi alla scoperta dei principali segnali di ripresa registrati dall’economia dopo la tremenda crisi che ha messo in discussione le fondamenta stesse del sistema produttivo occidentale. La nostra ultima scoperta, che poi tanto nostra non è, si colloca nel versante del credito alle imprese. Uno dei settori più in crisi, una delle cause scatenanti dello stop dell’economia e delle migliaia di licenziamenti/casse integrazioni dei quali abbiamo sentito parlare negli ultimi mesi. Uno dei principali indicatori per capire se come e quanto la crisi possa dirsi realmente finita, sembra finalmente aver dato risposte da “semaforo verde” per la ripresa nonostante esistano ancora delle aree di debolezza. Andiamo a scoprirle insieme.

Anzitutto dobbiamo parlare della genitura del rapporto in analisi: parleremo dei risultati dell’Osservatorio sul credito e sul fabbisogno finanziario delle imprese del commercio, del turismo e dei servizi di Confcommercio. Una voce autorevole, decisamente attendibile, sicuramente da prendere in considerazione. Secondariamente, ma forse più importanti, vengono i dati dell’ultimo trimestre. Dati, come abbiamo già avuto modo di anticipare, incoraggianti, se è vero – come è vero – che è diminuita la domanda di credito da parte delle imprese nel terzo trimestre (solo una su quattro ha chiesto un fido, contro l’uno su tre del trimestre precedente), mentre per contro è aumentata la percentuale di soddisfazione delle banche.

Sono insomma sempre di più gli istituti di credito che hanno concesso denaro in prestito alle imprese: il 72,5% si è visto accordare un finanziamento pari o addirittura superiore a quanto richiesto, contro il 64% del trimestre precedente. Migliora anche il costo del credito, avvertito da quasi un terzo delle aziende contro il 24% dei tre mesi precedenti. Per contro, però, c’è da segnalare anche una cattiva notizia: aumentano infatti le imprese che denunciano difficoltà a far fronte al proprio fabbisogno finanziario (+ 12,5%, dal 40 al 45).