Conti deposito, sono ancora una rivoluzione?

di Gianfilippo Verbani Commenta

Quante cose sono cambiate rispetto agli albori quando i tassi di interesse erano completamente differenti. Basti pensare che in passato i conti deposito offrivano rendimenti intorno al 3-5% annuo con picchi del 6% per le somme vincolate.


Durante gli scorsi anni sono passati in rassegna come una vera e propria rivoluzione nel modo di conservare e investire i risparmi per gli italiani.

Si parla dei conti deposito, ovvero di una particolare tipologia di conti online che consentono di depositare, in maniera libera o vincolata, i soldi per ricevere in cambio un interesse annuo molto più sostanzioso di quello su un normale conto bancario o postale.

Oggi, tuttavia, sono cambiate molte cose rispetto agli albori quando i tassi di interesse erano completamente differenti. Basti pensare che in passato i conti deposito offrivano rendimenti intorno al 3-5% annuo con picchi del 6% per le somme vincolate.

Oggi, come abbiamo detto, le cose si sono profondamente ridimensionate per via della politica dei tassi zero con cui le banche centrali tentano di arginare la crisi. Secondo gli esperti, il rendimento medio di questi strumenti si aggira intorno all’1,2% annuo per le somme vincolate e all’0,80% annuo per quelle libere:

Un ridimensionamento significativo che ha spinto molte persone a rivalutare la convenienza di questi strumenti come forma di investimento per i propri risparmi. Eppure, all’atto pratico, il consenso sembra non essere calato più di tanto nonostante, di fatto, si abbia un quarto del guadagno di 10 anni fa.  Il motivo è molto semplice ed è da ricercare nell’affidabilità dello strumento. I conti deposito, infatti, sono proposti da alcune delle più importanti banche italiane ed europee: Ing Direct, Unicredi, Fineco, Mediolanum e Findomestic, tanto per citare alcuni dei nomi più conosciuti. Tutti grandi gruppi bancari che, nella mente del risparmiatore, sono sinonimo di sicurezza e garantiscono un’alta affidabilità.