Come le banche si tutelano dal ribasso dei tassi

di Gianfilippo Verbani Commenta

Come le banche si tutelano dal ribasso dei tassi? Aggiungendo la clausola relativa al massimo ribasso del tasso vincolato allo spread.


Le banche hanno trovato lo stratagemma per difendersi dall’abbassamento dei tassi d’interesse che inducono sempre più consumatori a richiedere la rinegoziazione e la surroga del mutuo. Inseriscono una clausola ancora nel contratto di mutuo e così aggirano il problema. 

Un consumatore che di recente abbia stipulato un contratto di mutuo con una banca tra Unicredit, Deutsche Bank o Banca popolare di Vicenza si sarà forse accorto di una piccola dicitura che mette dei paletti ad un’eventuale e futura rinegoziazione del credito.

Unicredit scrive: “Il tasso di interesse applicato non potrà essere comunque inferiore allo spread contrattualmente previsto”.

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Deutsche Bank ha aggiunto ai contratti: “a prescindere dalla quotazione del tasso Bce, come sopra rilevato il mese precedente l’atto di stipula del mutuo, ovvero come ricalcolato secondo il meccanismo di cui al precedente paragrafo, ai fini del calcolo del tasso di interesse del mutuo, detto valore non potrà comunque essere inferiore ad una soglia dello 0,01%”.

La Banca popolare di Vicenza, invece, ha pensato a questa clausola: “la Banca ha previsto, nel caso di mutuo a tasso variabile indicizzato, l’inserimento di un tasso minimo di rimborso (cosiddetto “floor”). Questo significa che il tasso applicato al mutuo non potrà essere inferiore al tasso minimo stabilito contrattualmente, anche nell’ipotesi in cui il valore dell’indice, maggiorato dello 0,10 e dello spread, risultasse inferiore al predetto tasso minimo”.

In pratica il tasso di interesse applicato al finanziamento non potrà mai scendere sotto la soglia dello spread stabilito negli accordi contrattuali. E così la rinegoziazione nei momenti di maggiore ribasso dei tassi, è ridotta nella sua efficacia e nella sua utilità.