Chiusura in ribasso nel 2009, per i mutui è profondo rosso

di Gianfilippo Verbani Commenta


 Meno brusco, ma comunque drammatico. Il bilancio di fine 2009 è ancora negativo, ma il profondo rosso del 2008 ha assunto un colore più tenue, con qualche spiraglio di luce. Secondo la fotografia del mercato dei mutui scattata dall’Osservatorio Assofin, le erogazioni totali hanno archiviato il 2009 con un calo del 6,8%. Niente rispetto al 14,4% registrato nel 2008. C’è comunque uno spiraglio di luce, in mezzo alla nebbia e al buio. Nel quarto trimestre la curva è tornata in positivo, con un segno più del 20,5%. E i tassi? Lo scorso anno quello variabile ha ufficialmente spodestato quello fisso nelle scelte dei risparmiatori. Malgrado i subprime, verrebbe da dire. Se si guarda tutto dall’alto, se, insomma si prende l’intero 2009 il dato totale elaborato da Assofin (che copre l’80% del mercato) nasconde un andamento a due facce: i contratti di mutui per l’acquisto della casa sono diminuiti del 5,6% e le erogazioni sono calate del 14,2%. E il resto? A pieno regime gli “altri finanziamenti“, cresciuti del 40%. È soprattutto qui che si è giocata la partita tra le banche, che hanno accentuato la pressione competitiva. Tanto che oggi un quinto del credito erogato deriva da sostituzioni e surroghe. «L’andamento dell’ultimo trimestre mostra che ci sono segnali di una ripresa del mercato degli immobili e dei mutui – sottolinea Giuseppe Piano Mortari, direttore operativo di Assofin –: da un lato sono venuti meno i timori di bolle immobiliari, dall’altro si torna a ripiegare sul mattone, anche perché gli investimenti alternativi sono ritenuti poco attraenti». Per Angelo Drusiani, esperto di mercati obbligazionari di Banca Albertini Syz, «i rendimenti bassissimi dei titoli di Stato hanno portato una parte degli investitori a tornare al mattone, ma i dati del quarto trimestre racchiudono anche un effetto – scudo fiscale: parte dei capitali rimpatriati sono stati investiti in immobili». Insomma, il mattone rende sempre. Anche se la crisi ha ormai infettato tutta la finanza.