CAP e tasso variabile, qual è il migliore

di Daniele Pace Commenta


 Il CAP è una estensione fondamentale per i mutui a tasso variabile, perché blocca l’ammontare degli interessi se questi dovessero diventare troppo alti. Oggi infatti, con i tassi della BCE al minimo, scegliere un mutuo a tasso variabile, ma in futuro questi saliranno, inevitabilmente. Questo spaventa molti mutuatari, ed è quindi utile fare un punto sulle regole per questi mutui, ricordando anche il mutuo misto, che permette un cambio periodico tra tasso variabile e tasso fisso. Altrimenti si può optare per un variabile con il CAP. Questo blocca gli interessi senza influenza da parte del tasso Euribor e del mercato interbancario.

Tra i mutui con CAP c’è quello di CheBanca! che può essere utilizzato per tutti gli acquisti di immobili, sia per uso ufficio che residenziale, anche per la seconda casa. Il mutuo offre anche le opzioni surroga, e sostituzione + liquidità. Il credito minimo erogato è 50.000 euro con rateizzazione tra i 10 e i 30 anni. Naturalmente l’indice di riferimento è l’Euribor a tre mesi/365, a cui si aggiunge lo spread. Il CAP è stabilito al 4,40%. Niente di più semplice per capire quando si potrà pagare al massimo in caso di rialzo dei tassi di interesse. L’offerta è attiva fino alla fine dell’anno e la stipula dovrà essere eseguita entro il 28 febbraio 2018. Spread in finalità acquisto al 2,65%. Con la surroga invece il credito minimo è di 75.000 euro, con spread al 2,85%. Un credito inferiore invece costa uno spread del 2,95%.