Affitti brevi. Nuova fiscalità

di Daniele Pace Commenta


 L’Agenzia delle Entrate ha pubblicato, all’indomani della sentenza del TAR sulla querelle Airbnb, con ricorso respinto, una linea guida per capire come comportarsi, fiscalmente con gli affitti brevi, quelli che durano meno di un mese.

Le nuove normative interessano tutti i contratti dal 1° giugno scorso, con i servizi accessori inclusi. La fiscalità su questo tipo di affitti è di una cedolare del 21% da calcolare su tutto l’affitto pagato, ma non, naturalmente, sul deposito.

La cedolare deve essere pagata da chi incassa materialmente per primo l’affitto, e quindi anche chi fa l’intermediazione per conto di chi affitta una casa. Era questo il caso di Airbnb, che era appunto un intermediario internet per trovare delle case in vacanza. Quando poi questi intermediari, oppure i locatari, se sono loro ad interessarsi dell’incasso, arriveranno alla dichiarazione delle tasse, potranno decidere se sfruttare la tassazione Irpef oppure proseguire sulla strada della cedolare.

Se gli intermediari non si occupano dell’incasso, ma solo dell’intermediazione del contatto, non hanno nessun obbligo fiscale, ma solo di comunicazione alla stessa Agenzia delle Entrate. Questo deve essere precisato anche perché vi sono delle sanzioni previste, soprattutto per il mancato versamento. Ora che il fisco ha precisato la situazione, dopo la sentenza del Tar, gli intermediari dovranno correre ai ripari.