Tiene banco il possibile taglio dei tassi dalla BCE. A Jackson Hole si accendono i riflettori sulle banche centrali, con i leader economici globali che si riuniscono per il tradizionale simposio annuale. Alla vigilia dell’evento, la presidente della BCE, Christine Lagarde, ha preannunciato la possibilità di un nuovo taglio dei tassi di interesse, in risposta all’emergenza dei dazi e al deprezzamento del dollaro.

Le preoccupazioni della BCE sul possibile taglio dei tassi dalla BCE
Intervenendo a Ginevra, Lagarde ha riconosciuto la resilienza dell’economia dell’Eurozona all’inizio dell’anno, ma ha anche avvertito che le proiezioni indicano un rallentamento della crescita nel terzo trimestre. La presidente ha poi posto l’accento sui recenti accordi commerciali tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti, sottolineando come l’introduzione di dazi più elevati su alcuni beni dell’area euro stia creando incertezza. Sebbene l’esito dell’accordo sia meno severo di quanto inizialmente temuto, la persistente imprevedibilità del contesto politico globale, unita alla mancanza di chiarezza su dazi specifici per settori come farmaceutico e semiconduttori, continua a generare preoccupazioni.
Lagarde ha spiegato che gli esperti della BCE valuteranno l’impatto di questi accordi nelle prossime proiezioni di settembre, le quali guideranno le decisioni future sui tassi. Ha inoltre notato che l’export verso gli Stati Uniti, accelerato in previsione dei dazi, sta ora rallentando.
La Fed e la successione di Powell
Dall’altra parte dell’Atlantico, gli investitori attendono con ansia il discorso del presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, al simposio di Jackson Hole. Il suo intervento sarà l’ultimo prima della fine del suo mandato a maggio 2026, e la questione della sua successione è già una priorità per la Casa Bianca. Il Segretario al Tesoro, Scott Bessent, ha annunciato che incontrerà undici candidati, tra cui figure di spicco come David Zervos, Larry Lindsey, e l’attuale vice di Powell, Philip Jefferson.
Indipendentemente dalla guida futura, il tema centrale della Fed è la strategia di politica monetaria. Con un deludente rapporto sull’occupazione a luglio, il mercato scommette su una nuova stagione di tagli dei tassi, con la prima riduzione di 25 punti base attesa già a settembre 2025. Tale politica, se attuata, potrebbe portare a un’ulteriore svalutazione del dollaro, il che si tradurrebbe in un “dazio” aggiuntivo sulle esportazioni europee, dato che i prodotti europei diventerebbero relativamente più costosi. La parola finale spetta a Powell, che domani delineerà il futuro percorso della politica monetaria statunitense. Occhio dunque al nuovo possibile taglio dei tassi dalla BCE, con effetti anche in Italia.