Rate mutui, grande crescita sia al Sud che nelle Isole

di Daniele Pace Commenta


Una recente indagine ha messo in evidenza come le famiglie che abitano nella parte meridionale dell’Italia che devono sottoscrivere un mutuo si troveranno di fronte un costo notevolmente maggiore, almeno in media, rispetto a quanto avviene nelle regioni settentrionali. Stando a un’indagine che è stata portata avanti da Fabi, va detto che tale differenza in merito ai vari tassi di interesse è strettamente e direttamente correlata a un gran numero di elementi di rischio. Gli incrementi più corposi, nel corso dell’ultimo biennio, sono quelli che sono stati approvati dalle Regioni che si trovano nelle zone centrali della penisola italiana.

Se il pensiero diffuso è che il caro mutui sia una problematica diffusa un po’ in tutta Italia, in realtà ci sono delle zone in cui il trend è più pesante rispetto ad altre. La scelta della Bce di incrementare i tassi di interesse per contrastare il più possibile l’inflazione ha inevitabilmente comportato un incremento a livello delle rate dei mutui che, purtroppo per tutti, proseguirà per un bel po’ nel corso del tempo. E in ginocchio ci stanno finendo soprattutto le famiglie del Sud e delle Isole, a maggior ragione quelle con un reddito piuttosto basso.

Dando uno sguardo ai nudi e puri dati che si riferiscono all’andamento della spesa che riguarda gli interessi delle famiglie italiane nel corso degli ultimi anni, c’è da spiegare anche un altro aspetto, ovvero l’incremento delle rate, ma non solo. Solamente al termine del primo trimestre di quest’anno, infatti, il costo del debito è arrivato a toccare una percentuale pari addirittura al 10.55% in confronto al reddito disponibile. Una crescita sostanziale rispetto al 2019, quando invece ci si aggirava intorno al 9,50%. Nel corso degli ultimi cinque anni che sono stati oggetto di analisi, è stata individuata una risalita di tale valore.

La strada degli aumenti dei tassi battuta dalla Bce per contrastare il più possibile l’inflazione ha di fatto portato a erodere circa un punto percentuale di reddito disponibile alle tasche delle famiglie in Italia. È chiaro che lo scenario a breve termine non può ancora essere confortante, soprattutto per via del fatto che la Bce ha in programma ulteriori aumenti e altre scelte di politica monetaria molto stringenti. Insomma, un’altra stangata è arrivo sulle famiglie italiane e, bisogna dirlo, questa volta le conseguenze potrebbero essere ancora peggiori, dato che il processo di aumento dei tassi messo in atto dall’UE è destinato a durare ancora per vari mesi.