Unicredit, Profumo: “Non lascio”, intanto ecco i nuovi diritti di opzione

di Gianfilippo Verbani Commenta


 Di Unicredit sappiamo tanto. Sappiamo che è è il primo gruppo creditizio europeo ed uno dei maggiori gruppi bancari mondiali. Che il suo amministratore delegato è Alessandro Profumo. Quello che non sappiamo è che si parla di un clamoroso cambio alla guida del gruppo. «La mia successione? Deciderà il Cda», ha detto proprio Profumo in un’intervista rilasciata a Future of Leadership. L’ad ha fotografato la situazione ai vertici del gruppo in un colloquio con Ron Nicol, senior partner di Boston Consulting Group. «Il mio coinvolgimento» – ha continuato profumo – «è sempre stato elevato. Prima della crisi, tuttavia, avevo nominato tre vice per gestire molte delle mie responsabilità. L’idea era di avere un ufficio dell’amministratore delegato che gestisse la compagnia». Profumo è stato in prima linea nella gestione della crisi. E ora propone nuove strategie per Unicredit che vanno al di là dei programmi triennali: «Dovremmo prima immaginare la banca tra dieci hanno» – ha continuato – «senza costrizioni, e poi pianificare i cicli in accordo con la prospettiva a lungo termine». A taccuini chiusi Profumo ammette anche che qualcosa non ha funzionato e che si stanno pensando strategie per correggere alcuni processi. Intanto sul sito di Unicredit è apparso questo comunicato: «Si comunica che nelle sedute del 8, 9, 10, 11 e 12 febbraio 2010 saranno offerti sul Mercato Telematico Azionario di Borsa Italiana un numero di diritti di opzione non esercitati non inferiore a 297.005.168, validi per la sottoscrizione di almeno 44.550.774 azioni ordinarie UniCredit. I diritti saranno messi a disposizione degli acquirenti tramite gli intermediari autorizzati aderenti a Monte Titoli S.p.A. e permetteranno di sottoscrivere azioni ordinarie UniCredit di nuova emissione al prezzo di Euro 1,589 per azione, nel rapporto di 3 nuove azioni ordinarie UniCredit ogni 20 diritti posseduti. La sottoscrizione delle nuove azioni UniCredit dovrà essere effettuata, a pena di decadenza, entro e non oltre il 15 febbraio 2010». Insomma, qualcosa si muove.