Le spese notarili per il mutuo

di Gianfilippo Verbani Commenta

Gli onorari notarili per le compravendite e i mutui sono direttamente proporzionali rispettivamente al prezzo dell'immobile indicato in atto e all'ipoteca che verrà iscritta a garanzia del mutuo, normalmente pari al doppio dell'importo di mutuo richiesto.


Nel momento in cui si acquista casa e si richiede un mutuo sarà necessario ricorrere ai servizi prestati da uno studio notarile bisognerà dunque sostenere alcuni costi notarili, ossia gli onorari per i due atti, l’atto di compravendita e l’atto di mutuo.

Gli onorari notarili per le compravendite e i mutui sono direttamente proporzionali rispettivamente al prezzo dell’immobile indicato in atto e all’ipoteca che verrà iscritta a garanzia del mutuo, normalmente pari al doppio dell’importo di mutuo richiesto. Maggiori sono il prezzo dell’immobile e l’importo del mutuo, più elevate saranno le tariffe notarili.

Agli onorari notarili occorre aggiungere le imposte dovute allo Stato, che variano significativamente se si acquista da un privato o da un’impresa costruttrice (in quest’ultimo caso si tratta di un atto soggetto ad IVA),  se si acquista come prima abitazione o seconda e, infine, se si acquista un immobile a uso abitazione o un immobile a uso commerciale.

L’acquirente può chiedere al notaio che la base imponibile, funzionale alla determinazione delle imposte di registro, ipotecaria e catastale, sia costituita dal valore catastale dell’immobile, a prescindere dal prezzo dichiarato dalle parti nell’atto di compravendita. In questo caso, l’atto di compravendita deve riportare anche il valore catastale dell’immobile. Nel caso in cui la compravendita sia tassata sulla base del valore catastale, la legge stabilisce, inoltre, che le tariffe notarili debbano essere ridotte del 30%.

Nei casi più frequenti quali l’acquisto di prima o seconda casa da privato, il conteggio delle imposte è piuttosto semplice. E’ infatti necessario calcolare il valore catastale dell’immobile, moltiplicando la rendita catastale x 115,5 se trattasi di prima casa o x 126 se trattasi di seconda casa. Determinato il valore catastale, le imposte risultano essere pari a:

  • per la prima casa: valore catastale x 2% (imposta di registro) + 50 Euro (imposta fissa ipotecaria) + 50 Euro (imposta fissa catastale);
  • per la seconda casa:  valore catastale x 9% (imposta di registro) + 50% (imposta fissa ipotecaria) + 50% (imposta fissa catastale).

Ad esempio, nel caso di un immobile adibito a prima casa con rendita catastale di 400 Euro, le imposte saranno pari a:

(400 x 115,5 = 46.200) x 2% + 50 + 50 = 1.024 Euro

Nel caso di acquisto di immobile ad uso abitativo non prima casa, l’imposta da pagare è la somma dell’imposta di registro al 9%, dell’imposta ipotecaria e dell’imposta catastale pari a 50 euro ciascuna.

Nel caso di acquisto da impresa costruttrice, le imposte dovute saranno invece le seguenti: se l’immobile è prima casa, IVA del 4%, imposta di registro fissa di 200 Euro, imposta ipotecaria fissa di 200 Euro, imposta catastale fissa di 200 Euro; se l’immobile ad uso abitativo è non prima casa, IVA del 10% (22% se l’immobile è di lusso), imposta di registro fissa di 200 Euro, imposta ipotecaria fissa di 200 Euro e imposta catastale fissa di 200 Euro.