Citigroup: “Carte di Credito, perdite ancora elevate”

di Gianfilippo Verbani Commenta


 Un’economia di plastica è un’illusione dalla quale dobbiamo allontanarci al più presto. Non con questo a voler dire, in controtendenza rispetto a quanto cercano di ottenere le banche, che il denaro su carta magnetica sia da fuggire, preferendogli il contante cartaceo: ormai la strada è tracciata, indietro non si può tornare e ci sono una serie di fattori che depongono a favore dell’idea di adeguarsi alla “rivoluzione magnetica”, primo fra tutti il fatto che vengono ridotti i costi ed i rischi derivanti dal trasporto del denaro contante. Ci sono, anche qui, alcune controindicazioni (il denaro rubato a furgoni portavalori è un costo a carico della banca, quello sottratto mediante truffe on-line grava essenzialmente sulle sole spalle del cliente truffato), ma il principale bersaglio della nostra crociata non vuole essere il magnetico in sé, bensì la sola soluzione della carta di credito.

Soluzione la cui bontà è ancora tutta da dimostrare, almeno a vantaggio del cliente. Perché se è vero che esso non porta in tasca, quindi soggetto al rischio di rapina, somme ingenti, è altrettanto vero che rischia di non avere il controllo delle spese effettuate, e a quel punto sono guai sia per lui come individuo che per l’intera economia. La crisi è nata così: più debito che capacità di rimborsarlo. Ed ora anche un colosso del credito a stelle e strisce come Citigroup deve fare i conti con insolvenze esplose, tanto da minare una situazione patrimoniale non più così solida.

Lo ha rivelato John Gerspach, Cfo di Citigroup. Secondo Gerspach, le perdite del settore carte di credito di Citi in Nord America “miglioreranno leggermente”. Vero, così come è vero anche che esse “potrebbero rimanere elevate fino a quando non si verifichi un progresso dei livelli di occupazione”. Come a dire, insomma, che molti hanno fatto i conti con i soldi che avrebbero avuto invece che con quelli di cui effettivamente disponevano, ma una volta andata a rotoli l’economia si sono trovati in difficoltà tali da gettarli sull’orlo del collasso finanziario. Stiamoci attenti…