Libretti di risparmio: nominativi o al portatore?

di Gianfilippo Verbani 5


 Non sempre il conto corrente è lo strumento più comodo per gestire i propri risparmi; se l’obiettivo è infatti quello di mettere da parte i propri risparmi, euro dopo euro, senza avere la necessità di sfruttare alcun servizio di tipo bancario, allora forse è meglio aprire un libretto di risparmio che azzera le spese, offre comunque un rendimento, anche se minimo, e permette di avere in ogni caso i soldi sempre disponibili. Il libretto di risparmio, infatti, è per esempio offerto da Poste Italiane senza spese di apertura, senza costi per i prelievi ed i versamenti, e senza alcuna spesa legata alle imposte di bollo o di chiusura del libretto stesso. In sostanza, il libretto di risparmio funge da vero e proprio salvadanaio, con costi ridotti all’osso, anzi azzerati, e con la garanzia dell’emittente, la Cassa Depositi e Prestiti, e la sicurezza offerta dallo Stato per i propri risparmi.

Sono sostanzialmente due le tipologie possibili di libretti di risparmio offerti al pubblico: quelli nominativi, e quelli al portatore; quelli nominativi ordinari di Poste Italiane possono essere intestati fino a quattro persone, e tutti i titolari possono operare sul libretto con prelievi e versamenti senza limiti imposti alla giacenza; il rendimento base è dell’1,35% lordo con un prelievo fiscale sugli interessi pari al 27%. Uno dei vantaggi del libretto ordinario nominativo è quello sia di poter depositare somme anche elevate, sia di poter associare con Poste Italiane il libretto ad un deposito titoli, così come è possibile canalizzare la pensione INPS o INPDAP percepita dai titolari del libretto.

Se invece per questioni di opportunità o di necessità si opta per la possibilità di movimentazione del libretto anche da parte di un soggetto non intestatario, allora è preferibile aprire un libretto di risparmio ordinario al portatore; in tal caso, infatti, il libretto è intestato al soggetto, non minorenne, che lo ha aperto, ma può essere movimentato da chiunque presentando presso l’ufficio postale il libretto ed un proprio documento di riconoscimento. Pur tuttavia, alla libertà di movimentazione del libretto ordinario al portatore si contrappone il limite massimo alla giacenza, pari a 12.500 euro, così come prevede la normativa antiriciclaggio.


Commenti (5)

  1. “Gli ultra ricchi, le famiglie padrone degli stati, non evadono le tasse, le riscuotono.
    Stato e fisco sono roba loro, non nostra. Lo stato non siamo noi, lo stato è contro di noi.
    Non capisco la follia di coloro che, pur rendendosi conto che lo stato è un privatissimo strumento di depredazione in mano a famiglie di scadenti potentati, vogliono conferire a questo stato-strumento più poteri, più funzioni, più tasse, più soldi, avvantaggiando le famiglie padrone e nemiche, contro gli interessi della propria famiglia. E’ come darsi la zappa sui piedi.” ( Filippo Matteucci )

    I risparmi dei cittadini sono già tassati pesantemente dall’inflazione.
    Un’ulteriore tassazione sui risparmi e/o sui proventi dei risparmi è iniqua e predatoria.
    L’inflazione è una delle tasse più pesanti, colpendo il risparmio e il potere d’acquisto dei cittadini.
    L’inflazione serve a finanziare spese pubbliche pilotate, stampando nuova carta moneta che va a inflazionare la carta moneta esistente, cioè la liquidità in mano ai cittadini. Le famiglie dei lavoratori risparmiatori vengono così impoverite, e la ricchezza loro depredata tramite l’inflazione va a arricchire le famiglie dei beneficiari della spesa pubblica, beneficiari designati arbitrariamente e clientelarmente.
    E’ invece giusto che la ricchezza che ogni famiglia deve avere venga determinata dai meriti, dalle virtù, dall’intelligenza, dall’accortezza, dalla probità di quella famiglia, e non da chi controlla lo stato, il fisco, la spesa pubblica e l’emissione di moneta.
    Una moneta d’oro o strettamente ancorata all’oro salverebbe i risparmi e il potere d’acquisto dei cittadini, dei ceti produttivi.

    Per tutto questo:

    NO ALLE TASSE SUI RISPARMI E SUI PROVENTI DEI RISPARMI (ipocritamente chiamati “rendite finanziarie” da chi vuol vivere sulle spalle altrui, da chi vuol rubare i soldi degli altri, da chi vuol rubare i soldi a chi se li è sudati).

    NO ALLA TASSAZIONE DI DEPOSITI, LIBRETTI, OBBLIGAZIONI, TITOLI DI STATO, AZIONI, INTERESSI, DIVIDENDI E CAPITAL GAINS.

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    NO TAX ON SAVINGS – NO ALLA TASSAZIONE DEL RISPARMIO
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  2. sono quà a chiedermi,un libretto bancario al portatore del 1980 con mille lire, oggi cosa ci sarà?

  3. Immagino che hai sentito i notiziari di recente 🙂 a parte che i conti sembrano non tornare (c’è chi dice che invece di 400 mila euro, dovrebbero essercene 280 senza contare le spese)…e poi i “dormienti” mi sembra siano già finiti nelle tasche dello stato…

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