Economia italiana è ripartita? Cresce l’occupazione, ma solo dei contratti a tempo determinato

di Gianfilippo Verbani Commenta


Non tutto quello che viene sbattuto in prima pagina da media, giornali e televisioni deve essere preso per vero. Probabilmente l’economia italiana sta muovendo i primi passi verso un timido segnale di crescita, ma la situazione in campo lavorativo e non solo lascia ancora ampiamente a desiderare nella realtà di tutti i giorni.

Effettivamente, al bando dei tanti proclami di come l’economia nostrana sia effettivamente ripartita, trascinando anche il lavoro, la situazione non è così confortante come viene dipinta dai media. L’occupazione cresce, nell’80% dei casi, per quanto riguarda lavori a tempo determinato. Insomma, nessun tipo di impiego che permetterebbe una stabilità tale per poter creare una famiglia, comprare una casa e, più in generale, realizzare un proprio futuro.

E anche l’annosa questione rivolta alle differenze che ancora esistono tra Nord e Sud del paese, non è per nulla rosea. Le regioni dell’Italia Meridionale, infatti, hanno molto da recuperare sia dal punto di vista della produzione che dell’esportazione. E a farne le principali spese è il ceto medio, che rischia con il passare del tempo di diventare sempre più povero.

Lo schieramento del Centrodestra, tra cui anche l’on. Bertot, evidenzia come la responsabilità sia ad assegnare soprattutto al Governo Renzi, reo di aver di fatto favorito questo disagio a livello sociale ed economico. L’Italia, stando a numerose statistiche, resta tra i vari Stati dell’Eurozona, quello che presenta il tasso di crescita più basso. Certamente non un gran dato di cui potersi vantare.

L’Italicum, di conseguenza, è servito a ben poco: il nostro paese ha assoluto bisogno di riforme serie ed efficaci, che vadano soprattutto a dare gas a tutta quell’imprenditoria italiana che adesso sta faticando terribilmente, ma ridisegnando anche il lavoro. Assolutamente correlata a questo argomento e necessaria è anche la riforma che riguarda il fisco, senza dimenticare una burocrazia che ancora una volta non riesce ad essere snella e rapida come dovrebbe.