2024, investire nel mattone potrebbe essere svantaggioso

di Daniele Pace Commenta


In seguito al grande aumento degli ultimi anni, ecco che i prezzi ora stanno attraversando un vero e proprio calo. Uno scenario al punto tale che qualsiasi investimento potrebbe non essere più così remunerativo come si potrebbe pensare. Se fino a qualche anno fa era chiaro che il mattone rappresentasse un investimento tipico e sicuro per tutti gli italiani, al giorno d’oggi la situazione è cambiata e non poco. Infatti, la diffusione di un gran numero di incognite e di problematiche rende tale investimento molto meno sicuro in confronto a qualche anno fa.

Non c’è dubbio che si tratterà di una stagione autunnale particolarmente complessa per il mercato immobiliare, ma anche il prossimo anno potrebbe essere complesso. Il mattone, con ogni probabilità, sta attraversando un periodo particolarmente difficile, quello forse più complicato di sempre.

Di solito la casa e gli investimenti sul mattone dovrebbero mettere al riparo da situazioni e scenari caratterizzati da elevata inflazione. Attualmente, invece, lo scenario è solamente quella legato a una perdita del patrimonio. E anche le polemiche circa una nuova direttiva Ue in riferimento alle classi energetiche sono state sufficienti, senza che ci sia ancora chiarezza su questa nuova disciplina di legge, per dare una stangata al mercato e farlo crollare.

Tanti sperano che si possa arrivare al termine della legislatura senza che l’intesa sia stata completata, con la nuova maggioranza che potrebbe virare su altre politiche a livello ambientale. In poche parole, la direttiva UE che riguarda la case green, comporta che tutte le strutture che verranno realizzate da zero a partire dal 2028 siano ad emissioni azzerate.

Insomma, tutti i vari immobili residenziali dovranno essere ristrutturati, per poter far parte della categoria E entro l’anno 2030, e per rientrare in classe D entro il 2033. L’operatività della direttiva, tra le altre cose, dovrebbe diventare effettiva già tra due anni, ovvero nel 2025.

Insomma, nel giro di un biennio, l’attuale classificazione energetica utilizzata dovrebbe lasciare il posto a quella nuova prevista dalla direttiva UE di cui stiamo parlando. Ed è chiaro che le spese per potersi adeguare a questa nuova disciplina sono veramente importanti. In poche parole, servirà un investimento intorno a 88,3 miliardi di euro per adeguare qualcosa come 1,8 milioni di edifici. Basti pensare come in Italia sono più di 11 milioni le abitazioni in una classe energetica più bassa rispetto alle soglie previste dai nuovi standard che verrebbero imposti dalla nuova direttiva.