Banca Marche a un passo dalla bancarotta

di Gianfilippo Verbani Commenta


 Tempi bui per Banca Marche, che continua a far tremare i propri correntisti sebbene sia in vigore la legge che tutela i risparmiatori da eventuali fallimenti delle banche fino a un importo di 100mila euro presente sul conto corrente. L’agenzia di rating Moody’s ha lanciato un nuovo allarme sullo stato di salute della banca marchigiana, abbassando ancora il giudizio sul merito di credito di lungo termine a “Caa1” da “Ba3”, ovvero appena quattro gradini dal livello che indica il default. La banca è da tempo al livello “junk”, ovvero spazzatura.

La valutazione di base del credito stand alone è stata declassata al livello “Ca” da “Caa3”, ovvero un notch più alto dello stato di default (leggi anche Banca Marche commissariata da Bankitalia). D’altronde l’istituto di credito marchigiano presenta un basso livello di capitale, con il rapporto Core Tier 1 crollato al 4,29% (dato di fine giugno 2013). A fine 2012 il livello di patrimonializzazione della banca era al 5,62%. Le banche più solide hanno un Core Tier 1 almeno intorno al 10%. La qualità degli asset si sta deteriorando sempre più e i profitti non arrivano da tempo.

Inoltre, il programma di rafforzamento del capitale sembra difficile da attuare ed è per questo che, secondo Moody’s, la banca necessita di un supporto esterno. Chi saranno i cavalieri bianchi di Banca Marche? A quanto pare, secondo indiscrezioni di stampa, la banca sarebbe finita nel mirino di una cordata di imprenditori marchigiani capitanati da Francesco Merloni. L’aumento di capitale da 300 milioni di euro richiesto da Bankitalia potrebbe essere coperto interamente da Merloni & Co.

Tra i cavalieri bianchi spunta anche il nome di Diego Della Valle, patron di Tod’s e tra i grandi azionisti di Rcs MediaGroup. Della Valle sarebbe pronto a fare la sua parte, aiutando Merloni e gli altri imprenditori della cordata. Francesco Merloni ha dichiarato che urge far presto, altrimenti c’è il rischio che su Banca Marche possa mettere le mani una banca estera. Ora si attendono le mosse di Bankitalia, che dovrò far sapere esattamente a quanto ammontano i crediti deteriorati.