Bce blocca i tassi al 4,50% dopo un trend di aumenti

di Daniele Pace Commenta


Finalmente è arrivato il primo stop dopo addirittura una decina di aumenti tutti consecutivi. Anche se la Banca Centrale Europea non ha certo raccontato notizie positive, dato che ha previsto che l’inflazione rimarrà decisamente su alti livelli ancora per lungo tempo, ma per la prima volta, nel mese di settembre, è arrivato un calo.

Niente aumenti da parte della BCE, quindi, con i tassi che restano al 4,5%. Una decisione che è strettamente correlata anche con la valutazione di non intervenire in alcun modo sul costo del denaro perché le ultime notizie hanno portato in dote una conferma sostanziale rispetto all’ultima valutazione che era stata fatta da parte di Francoforte sempre in relazione alle prospettive di inflazione sul medio termine.

Certamente, la BCE ha volutamente messo in evidenza per l’ennesima volta come l’inflazione si manterrà pur sempre decisamente alta ancora per tanto tempo. Detto questo, è vero che la BCE ha cominciato a far registrare una diminuzione decisamente importante durante lo scorso mese di settembre, mentre la tendenza dei prezzi di fondo ha proseguito nel processo di riduzione.

La Banca Centrale Europea ha comunicato anche come i tassi rimarranno abbastanza restrittivi fino al punto in cui sarà necessario. Il pensiero della Bce è piuttosto chiaro, dal momento che è fermamente convinta che, in questo momento, se i tassi dovessero essere contenuti per un tempo piuttosto ampio, garantiranno un contributo sostanziale per poter centrare l’obiettivo, ovvero fare in modo che l’inflazione torni sotto al 2%.

Le scelte che verranno prese nel corso dei prossimi mesi da parte del Consiglio Direttivo, quindi, saranno improntate alla necessità che i tassi di riferimento vengano stabiliti su livelli ancora restrittivi, almeno fino al momento in cui tale strategia sarà utile e necessaria.

Sono le parole proprio della Bce, che ha rilasciato apposito comunicato a riguardo. Non solo, dal momento che il Consiglio direttivo dovrà mantenere un approccio ben orientato e attento in merito ai dati, in maniera tale da poter poi scegliere non solo il livello, ma anche la durata della restrizione. Scendendo un po’ più nello specifico, è chiaro che le scelte che verranno prese in merito ai tassi di interesse, saranno strettamente legate alle prospettive dell’inflazione, tenendo conto anche di tutti i prossimi dati economici e finanziari, ma anche le dinamiche che avranno ad oggetto l’inflazione di fondo, così come l’intensità della trasmissione a livello di politica monetaria. Di conseguenza, se da una parte è vero che l’inflazione sta calando, d’altro canto è pur sempre che si mantiene su livelli sempre molto alti.