RC Auto e Moto, Antitrust: “Concorrenza insufficiente”

di Gianfilippo Verbani Commenta


 Ora sono le assicurazioni a finire nel mirino; se negli anni scorsi, infatti, le compagnie si difendevano dall’accusa di aver rincarato il premio della RC Auto e Moto (l’assicurazione necessaria e sufficiente per mettere in strada un qualsiasi tipo di veicolo a motore) adducendo motivazioni quali l’incremento dei costi dell’intera filiera, con particolare riferimento al fatto che una serie di carrozzerie e periti compiacenti approfittassero della situazione per gonfiare i rimborsi, oggi questa teoria resta valida ma non basta più per scagionarsi, tanto che anche il presidente dell’Antitrust (l’autorità garante della concorrenza dei mercati), Catricalà, ha perso la pazienza lanciando un’accusa circoscritta e chiaramente indirizzata: “le compagnie riversano sui consumatori le maggiori spese derivanti dall’inefficienza”.

Un’inefficienza che, è questa l’accusa, non dipende solo da un sistema “di contorno” che non funziona, ma a quanto si deduce dalle dure parole di Catricalà è anche una caratteristica interna al comparto delle assicurazioni sulla RC Auto e Moto. Anche le riforme, accusa l’Antitrust, non sono servite ad altro che ad aumentare i prezzi, benché il progetto originale fosse assolutamente il contrario: “L’amara sintesi è che il meccanismo dell’indennizzo diretto non ha funzionato e che occorre intervenire con una riforma di sistema che rilanci la competizione tra le imprese”, accusate di fare invece, e spesso, cartello, paralizzando il mercato e rialzandone i costi.

Fin qui le parole, ma possiamo supportarle e corredarle con dati davvero impressionanti: tra il 2009 e il 2010, stando alle denunce pervenute e ai dati statistici diffusi da enti pubblici e privati, la Rc è aumentata infatti in media del 15%, con punte del 22% per i motorini e di oltre il 30% per le motociclette. Questo perché, per come è costruito attualmente, il mercato non funziona. Pensiamo a un altro fatto: il sistema del risarcimento diretto ha dimostrato di aver fallito perché la trattativa per il rimborso del sinistro si è spostata dal cliente al carrozziere, di certo più abile a tirare l’acqua al proprio mulino. Altro punto di debolezza, gli indennizzi per i danni fisici: spesso questi ultimi vengono esagerati per rendere più alto l’importo dell’indennità.