La Z di Zurich sfida il tabù della morte. Con Taboo

di Gianfilippo Verbani Commenta


 Ci sono delle cose che si fanno ma non si dicono, generalmente in ossequio al comune senso del pudore; ne esistono poi altre che non si nominano nemmeno, cose cui non si vorrebbe mai pensare, almeno fino a quando, poi, purtroppo accadono. La lingua italiana, stupendo calderone di termini dalle mille accezioni e sfumature, ha “battezzato” queste cose, queste parole “Tabù”. Secondo una definizione individuata bazzicando qua e là la grande rete, il tabù “In una società umana, è una forte proibizione relativa ad una certa area di comportamenti e consuetudini, dichiarata sacra e proibita”. In fin dei conti, però, sono ben pochi i concetti rimasti tabù in una società emancipata come è la nostra. Uno di questi, se non il principale ormai, è la morte.
Come avrebbe quindi potuto Zurich battezzare la propria polizza sul rischio morte se non Taboo? A voler essere precisi, ed in quest’ottica ci affidiamo al sito, “Taboo è un’assicurazione sulla vita (di tipo temporanea caso morte) che, in caso di decesso dell’assicurato nel corso della durata contrattuale, prevede il pagamento del capitale assicurato ai beneficiari designati”. Taboo non è solo una polizza, bensì è un consiglio. I destinatari dello stesso sono coloro i quali desiderino garantire la sicurezza economica ai propri cari in caso di scomparsa oppure la continuità di una propria attività economica, sempre in caso di morte.

Il capitale minimo assicurabile si attesta su di una cifra minima di 50mila €uro. Un prezzo un po’ basso per una vita umana, ma ognuno è libero di dare il valore che vuole alla stessa… La durata di questa polizza, poi, va da un minimo di 5 ad un massimo di 30 anni, mentre la stipula è riservata a tutti coloro i quali rientrano nell’ampia fascia d’età dai 18 ai 75 anni, anche se non si possono eccedere le 80 primavere come età massima a scadenza. Parlare di morte, anche se spiacevole, con Zurich non è più tabù. Ops, Taboo.