Vaciago: “Banche, bene stress test e tassa sulle transazioni ma non per gli istituti”

Si sta discutendo molto, e chissà quanto ancora si discuterà al termine del G20 in corso di svolgimento a Toronto (Canada), dell’intenzione – emersa dal Vertice UE – di proporre una tassa sulle transazioni finanziarie agli altri Paesi economicamente più avanzati e di imporre invece un prelievo a carico delle banche attraverso misure che ciascuno Stato membro si è detto pronto a declinare secondo la propria situazione specifica. Registrate le opinioni del Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e dei dirigenti delle principali banche italiane, oggi lasciamo la parola a un luminare dell’economia.

“Tassare le transazioni finanziarie è una buona idea”. Parole e musica di Giacomo Vaciago, ordinario di politica economica all’Università Cattolica di Milano, in risposta a chi lo ha interrogato a proposito dei provvedimenti da applicare alle banche decisi dei vertici della UE. “Questa tassa – è l’opinione di Vaciago – è la riproposizione di una vecchia idea del Premio Nobel, James Tobin, ed è utile perché riduce gli eccessi speculativi, alla base della volatilità dei mercati. Essendo una tassa sui contratti rende meno conveniente comprare e vendere continuamente titoli”. Non solo emulazione di esempio, dunque, ma anche una forte argomentazione a sostegno della propria tesi.

L’economista si dice favorevole anche all’idea di pubblicare i cosiddetti ‘Stress test’ sulla solidità delle banche, una tesi fortemente spinta dal governo spagnolo. “In tempi normali – spiega Vaciago – lo stress test è uno strumento di vigilanza che ci si guarda bene dal pubblicare. Ma siamo in un epoca in cui c’è un forte nervosismo e sospetti quotidiani. Quindi finché la crisi non è passata sarebbe utile rendere pubblici questi test”. Duro invece il commento circa l’idea di tassare le banche per creare un fondo anti crisi: “le tasse sugli arricchimenti di guerra – chiosa metaforicamente Vaciago – si fanno a guerra finita”.