UniCredit è Genius Card. E Marco lo sa bene…

di Gianfilippo Verbani 1


 I primi anni ’90 hanno visto numerose giovani coppie battezzare il proprio bambino col nome di Andrea; poi è stata la volta del Riccardo-boom (seconda metà anni ’90), quindi è tornato in auge un nome come Alessandro, e chissà come chiameremo i nuovi arrivati nel nuovo decennio degli anni Duemila, ormai alle porte. Di sicuro, per chi se lo ricorda, c’è che negli anni ’80 abbiamo assistito all’esplosione demografica della tribù “Marco”, nome molto in voga a quell’epoca. Sarà forse per questo, per una ricerca di maggiore vicinanza con l’audience potenziale, che UniCredit chiama Marco il paradigmatico fruitore di Genius Card, la carta che è anche conto corrente pur non essendolo nel senso proprio della parola.

Insomma, Marco (e non solo lui: diciamo tutti gli Under 27 d’Italia alla ricerca di un conto corrente) è riuscito ad avvicinarsi alla banca, operazione certo molto più improba prima che esplodesse la bolla speculativa che ha trascinato il mondo nelle secche della crisi economica, proprio grazie a UniCredit e a tutti quegli istituti che, come il suddetto, hanno avuto il coraggio di lanciare sul mercato la cosiddetta carta-conto. Attraverso questo strumento, Marco può fare bonifici e riceverli, dacché il codice IBAN (necessario per perfezionare questo genere di operazioni) è sulla carta.

Fatto ancora più importante, il ragazzo può anche accreditarci i suoi primi stipendi (non tutti i giovani sono drogati o maleducati: tantissimi si pagano gli studi dividendosi tra la scuola e qualche lavoro saltuario, spesso in orari impossibili), e andare poi a prelevare – gratuitamente – quanto guadagnato presso uno degli oltre 8mila ATM UniCredit sparsi per l’Italia. È altresì possibile fare operazioni via internet, frontiera molto apprezzata (e usata) appunto dalla platea più giovane, e per tutto questo non c’è canone, sempre che siate studenti universitari under 27 (altrimenti si paga, ma solo 1 €uro al mese). Ragazzi: fate come Marco!


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