Tassi BTP in lieve rialzo in asta poco sotto il 4,5%

di Gianfilippo Verbani Commenta


 L’ultima fase di collocamento di titoli di stato da parte del Tesoro italiano, nel mese di agosto 2013, si è conclusa con la vendita di 6 miliardi di euro di BTP a 5 e 10 anni. Sold-out, dunque, per il Ministero dell’Economia e delle Finanze, che però deve fare i conti anche questa volta con un leggero aumento dei tassi, dopo aver sperimentato l’aumento dei rendimenti nell’asta dei CTZ prima e dei BOT poi (leggi anche Tassi BOT semestrali in rialzo ma sotto l’1%).

Secondo quanto comunicato da Bankitalia, il Tesoro è riuscito a piazzare la prima tranche dei BTP con scadenza 1° dicembre 2018, cedola annua lorda del 3,5%, per un importo complessivo pari a 3,5 miliardi di euro. Si tratta dell’ammontare massimo previsto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), che aveva indicato una forchetta compresa tra 2,5 miliardi e 3,5 miliardi di euro. Gli investitori hanno richiesto più di 4,26 miliardi di euro.

Il rapporto di copertura tra titoli richiesti e quantitativo offerto si è attestato a 1,22, in deciso calo rispetto a 1,36 dell’asta di fine luglio scorso, quando furono piazzati titoli con stessa durata (giugno 2018). Il rendimento lordo del BTP quinquennale è salito al 3,38% dal 3,222% dell’asta precedente. Il prezzo di aggiudicazione è stato di 100,71. Il rendimento netto è di poco superiore al 2,93%. Il Tesoro ha poi venduto la terza tranche dei BTP 1° marzo 2024, cedola annua lorda del 4,5%, per un controvalore pari a 2,5 miliardi di euro, ovvero il massimo della forchetta prevista dal MEF tra 1,75 miliardi e 2,5 miliardi di euro.

Gli investitori avevano richiesto 3,79 miliardi di euro titoli decennali. Il bid-to-cover ratio si è attestato a 1,52, in crescita da 1,32 dell’asta del mese scorso. Il rendimento lordo del BTP decennale è stato fissato al 4,46%, in lieve aumento rispetto al 4,455% registrato nell’asta dei titoli decennali di fine luglio. Il prezzo di aggiudicazione è stato di 100,7. Il rendimento netto è appena superiore al 3,89%. Il clima di minore avversione al rischio, dovuto al rinvio dell’attacco militare USA alla Siria, ha favorito la ripresa dei mercati finanziari, favorendo la discesa dello spread Btp-Bund sotto 250 punti base.