Bce, perché si vuole attendere giugno per il taglio dei tassi

di Daniele Pace Commenta


In relazione al tanto dibattuto taglio dei tassi, ecco che il governatore Panetta ha messo in evidenza come tale decisione si muove proprio nel senso di dare soddisfazione al consenso che si sta diffondendo in merito a una simile soluzione. Proprio in virtù di tutto questo consenso che viene sbandierato, però, ci si chiede come mai non si attui tale modifica già a partire dalla riunione del direttivo del prossimo 11 aprile, e invece si voglia attendere il mese di giugno, in particolar modo il giorno 6.

È chiaro che il contesto europeo in cui ci muoviamo è molto complesso, tra confusioni e decisioni, e chiaramente non può aiutare l’assunzione di decisioni così importanti. Alcuni addirittura stanno pensando a un nuovo New War Deal. Un elemento molto utile da questo punto di vista è sicuramente quello di approfondire il settore delle assemblee di bilancio. Si tratta di un momento decisamente importante. Come si può facilmente intuire, le assemblee di bilancio delle banche centrali hanno come obiettivo primario non tanto quello di ottenere degli utili, ma in realtà quello piuttosto di raggiungere e conservare la stabilità dei prezzi.

Ad ogni modo, c’è un altro aspetto che va tenuto in forte considerazione e non va affatto sottovalutato. Stiamo facendo riferimento all’indipendenza finanziaria, un elemento integrante dell’indipendenza ad ampio raggio, che viene stabilita da parte dell’ordinamento. Tutto questo per chiarire come le linee guida in termini di politica monetaria adottate dai vari enti, possono senz’altro fare la differenza. Il governatore di Bankitalia, ovvero Fabio Panetta, in relazione a una possibile riduzione dei tassi, ha chiarito come il consenso sta proprio andando verso tale strada, all’interno del consiglio direttivo della Banca Centrale Europea.

Il problema è che se il consenso stesse effettivamente andando verso tale direzione, allora non ci si dovrebbe porre il problema solamente a giugno di mettere in atto tale scelta. Insomma, non ha molto senso andare oltre la data in cui si svolgerà la riunione del consiglio direttivo, ovvero l’11 aprile e rimandare ogni discorso applicativo ed effettivo al 6 giugno. Nel caso in cui la ragione sia legata a un altro controllo dei dati che si è reso necessario, è chiaro che questo vuol dire che il consenso di cui si parla è in realtà molto condizionato. Ed è proprio questo consenso condizionato che dovrebbe essere spiegato e chiarito, oltre che affermato in via ufficiale, proseguendo sulla falsa riga di una strategia che tende a inseguire i dati e mai ad anticiparli.