Rate mutuo alte, ecco quando è vantaggioso rinegoziarlo

di Daniele Pace Commenta


Quanto è stato detto dalla Lagarde in merito all’aumento dei tassi per il prossimo mese di luglio, con un incremento di ben 25 centesimi, ma anche con l’Euribor che sta risalendo pericolosamente, tutti coloro che hanno sottoscritto un contratto di mutuo con tassi variabili di lunga durata potrebbero avere a che fare con degli aumenti di tutto rispetto.

Ecco spiegato il motivo per cui, in alcuni casi, si può pensare anche alla rinegoziazione del mutuo. Non deve stupire come stiano crescendo notevolmente le richieste in tal senso anche se pare che gli istituti di credito siano piuttosto compatti nel negare tali richieste. Ed è chiaro che si tratta di una soluzione che diventa sempre meno facile da attuare.

All’interno di un rapporto che è stato realizzato dall’Associazione Bancaria Italiana si è notato come nel mese di maggio 2023, il tasso medio dei mutui che sono stati erogati ha raggiunto addirittura il 4.2%. Si tratta di un aumento veramente corposo, dal momento che equivale a ben due punti percentuali solamente nel giro di dodici mesi.

Stando alle varie analisi e ai diversi approfondimenti pubblicato online, tenendo conto delle cinque banche che offrono le condizioni più vantaggiose, per un mutuo pari a 140 mila euro caratterizzato da una durata di 20 anni, c’è la possibilità di avere dei tassi al di sotto di tale soglia media del 4%, per dei finanziamenti con una durata pari a 30 anni si tocca anche meno del 3,5%.

Sono proprio gli stessi dati a dare la conferma di una tendenza decisamente particolare e strana, che riguarda la riduzione del costo del mutuo per quei contratti stipulati con una durata superiore a 15 anni. Si tratta di un aspetto che non si ritrova, invece, per quanto riguarda i mutui variabili, che invece con una durata ventennale superano ampiamente il 4,5%, così come quelli spalmati su 30 anni arrivano a toccare il 4.7%. Di conseguenza, è facile intuire come, con delle condizioni del genere, tutti coloro che hanno sottoscritto un mutuo a tasso fisso, potrebbero anche prendere in considerazione un incremento nella durata passando da 20 a 30 anni, riducendo la spesa mensile e facendo in modo che la spesa reale non venga minimamente intaccata dall’inflazione.

Come si può facilmente intuire, non tutto è così facile. Con un mutuo da 150 mila euro con una durata ventennale fissato a un tasso del 4%, e un altro mutuo di durata trentennale al 3.8%, si può notare come il primo comporterà una spesa pari a 909 euro mensili, mentre quello trentennale si aggira intorno ai 699 euro mensili.