I crediti difficili nel sistema bancario italiano

di Gianfilippo Verbani Commenta

Secondo una recente ricerca compiuta da una società finanziaria indipendente in questo momento il mercato italiano dei non performing loan, i crediti in sofferenza, potrebbe salire fino a 10 miliardi di euro entro il prossimo anno.


 L’insieme dei crediti difficili, cioè le sofferenze e il complesso dei crediti strutturati e scaduti ha raggiunto un peso in Italia pari a quasi 300 miliardi di euro, una cifra tre volte superiore a quella presente nel 2008, l’anno in cui è inizia la crisi finanziaria.

Secondo una recente ricerca compiuta da una società finanziaria indipendente in questo momento il mercato italiano dei non performing loan, i crediti in sofferenza, potrebbe salire fino a 10 miliardi di euro entro il prossimo anno. In base a questo studio cioè, le banche potrebbero dismettere altri crediti a soggetti terzi, i quali a loro volta potrebbero accrescere la quantità di questi crediti all’interno del proprio portafoglio.

Le sofferenze bancarie arrivano a 162 miliardi di euro a febbraio 2014

Quali sono quindi i vantaggi per le banche rispetto a questo mercato alternativo e perché oggi si dimostra tanto interesse?

Le sofferenze bancarie toccano un livello record a gennaio 2014

L’interesse verso questo mercato da parte degli acquirenti deriva dal fatto che il prezzo in bilancio di questi crediti rispetto al valore nominale è molto ridotto e permette agli acquirenti di ricavare rendimenti importanti  in tempi medio lunghi. Inoltre tenendo conto del fatto che l’economia si sta riprendendo è probabile che i creditori abbiano presto maggiori possibilità economiche per saldare i debiti.

Le banche che cedono i crediti in sofferenza possono invece togliere dai bilanci una partecipazione inserita a prezzi stracciati che rischia di diventare ancora più povera con il tempo e la cui vendita non comporta valenze negative neurale, ma permette invece di acquisire risorse fresche. Le banche potrebbero essere così più appetibili agli investitori esteri.