Conti corrente, c’è un nuovo rivale: nasce l’istituto di pagamento, supermercati in prima linea nella gestione dei vostri risparmi

di Gianfilippo Verbani 1


 1 marzo 2010, una data che potremmo essere costretti a ricordare a lungo. Una data che, più di noi, dovranno forse tener presente le banche “tradizionali” e Poste Italiane, dal momento che cadrà ufficialmente l’esclusiva, della quale questi soggetti hanno usufruito sin qui, dei servizi di pagamento. Si potranno, dunque, aprire conti anche presso le catene della grande distribuzione, le società telefoniche e quelle di servizi. Nessuno è escluso, porte aperte anche dall’estero. Benché non siano veri e propri conti corrente, quelli voluti dall’Unione europea e battezzati con il nome di “conti di pagamento” sono strumenti che si avvicinano sensibilmente ai prodotti di risparmio tradizionale. Andiamo a scoprirli…

Non si fa banca, non si trattano titoli né si vendono mutui. Solo piccoli prestiti, della durata massima di 12 mesi, erogabili solo se legati a all’acquisto di qualcosa presso il punto vendita cui si fa riferimento (“istituto di pagamento”). Con il conto di pagamento, che potrà essere alimentato da versamenti in contanti, dallo stipendio o dalla pensione, sarà possibile effettuare svariate operazioni: versare e prelevare denaro, saldare bollette, fare bonifici, mandare soldi all’estero, pagare anche con i telefonini o dal computer. Il tutto in una logica di spesa, piuttosto che di accumulazione, e con l’obiettivo non dichiarato ma sempre presente di togliere di mezzo un bel po’ di denaro contante, per la cui gestione si spendono vagonate di miliardi di euro ogni anno in tutta Europa.

Sul conto non è previsto un tasso di interesse a favore del cliente, che però potrà rifarsi attraverso l’accesso “esclusivo” a sconti sugli acquisti. Memori di un passato creativo e pericoloso, a Palazzo Koch, sede della Banca d’Italia, hanno voluto imporre, già prima della partenza del progetto (e menomale), paletti molto rigidi: patrimonio, trasparenza e onorabilità della governante saranno sottoposte a strumenti di controllo che già sono validi per le banche. In pista ci sono Carrefour e Coop, più le società di telefonia: tutti ancora orientati, però, ad appoggiarsi alle banche. Per ora…


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