Ape Sociale: l’Inps respinge il 70%

di Daniele Pace Commenta


 I sindacati avevano già anticipato che i due terzi delle richieste di Ape Sociale sarebbero state respinte dall’Ente di previdenza che ha imposto regole rigidissime per andare in pensione a 63 anni. Ed è arrivata la conferma da parte dell’Inps. Il 70% delle domande sono state rigettate e addio pensione tre anni prima. Non ci sono i requisiti secondo l’Ente, che sciorina i dati con 44.306 su 66.000 richieste. Di queste 25.895 sono Ape sociale, il 65%, e 18.411 per i lavoratori precoci, il 70%. Sembra esserci un problema, tanto che i dati si riferiscono alle domande giunte entro il 15 luglio, quando il governo ancora non aveva apportato delle modifiche indicative, che inevitabilmente puntano a riesaminare le domande. Troppe le richieste respinte infatti, per dare torto ai richiedenti. È evidente che le regole erano troppo stringenti, e l’obbiettivo non è stato raggiunto. Ora, con le nuove regole varate il 13 ottobre, bisognerà ricominciare a analizzare i risultati, per comprendere come e quanto il meccanismo funziona. Riviste in particolare, le interpretazioni per i disoccupati, molti dei quali hanno visto rifiutarsi l’Ape sociale dopo che a fine sussidio avevano fatto alcuni lavoretti temporanei. Certamente i disoccupati non potevano “vivere d’aria” per poi immaginare che ci sarebbe stata l’Ape sociale che avrebbe precluso il loro status di disoccupati per qualche voucher. Ora serviranno 6 mesi di lavoro per perdere questo status e si aprirà una seconda opportunità per fare domanda.