Pro e contro del leasing immobiliare per acquistare la prima casa

di Gianfilippo Verbani Commenta

Lo strumento è destinato all’acquisto della prima casa ed è per questo riservato a chi non è ancora proprietario di un’abitazione e, se si hanno meno di trentacinque anni, con reddito annuo non superiore a 55.000 euro.


La legge di Stabilità 2016 ha introdotto il leasing immobiliare per le persone fisiche a partire dal primo gennaio scorso.

Lo strumento è destinato all’acquisto della prima casa ed è per questo riservato a chi non è ancora proprietario di un’abitazione e, se si hanno meno di trentacinque anni, con reddito annuo non superiore a 55.000 euro. In pratica, l’immobile (sia esistente sia da costruire) viene comprato dalla banca (o dall’intermediario finanziario) che concede il leasing ed è con quest’ultimo soggetto che il futuro proprietario si relaziona per tutta la durata del contratto.

Il leasing immobiliare prevede il versamento di un anticipo pari a circa il 15-20% del prezzo dell’immobile, quindi meno di quanto richiesto per accedere a un mutuo, dopodiché si stipula un contratto di locazione e si versa mensilmente un canone d’affitto. Allo scadere  del contratto di locazione si paga unamaxi rata, pari alla differenza tra quanto versato e il prezzo della casa, e si diventa proprietari dell’immobile.

Pe le giovani coppie (quelle dove almeno uno dei componenti ha meno di 35 anni) lo strumento è allettante grazie agli sgravi fiscali che permettono di detrarre dalla dichiarazione dei redditi il 19% sui canoni pagati e oneri accessori (l’ammontare massimo sul quale calcolare la detrazione è pari a 8mila euro) oltre al 19%della maxi rata finale (tetto massimo 20mila euro). Agevolazioni fiscali sono previste anche per gli over 35 ma di entità dimezzata rispetto a quelle riservate ai giovani.

La formula ha pertanto numerosi vantaggi ma anche qualche criticità. A partire dai tassi d’interesse praticati che, si calcola, siano intorno al 3% e quindi più alti rispetto a quelli applicati a un normale mutuo, oggi ai minimi storici e superiori di poco al 2% per quanto riguarda il tasso fisso e all’1% per il variabile.