Previsioni su prestiti alle famiglie

di Gianfilippo Verbani Commenta


 Secondo quanto affermato dall’indagine sul credito bancario, compiuta dalla Bce, l’irrigidimento delle condizioni di offerta dei prestiti alle famiglie per l’acquisto di abitazioni si sarebbe sostanzialmente interrotto, riflettendo altresì le prospettive meno sfavorevoli per il mercato immobiliare. L’indagine afferma infatti che per gli intermediari l’offerta sarebbe rimasta invariata nel trimestre in corso, con un lieve peggioramento sul comparto creditizio.

“Nelle valutazioni prospettiche degli intermediari l’irrigidimento delle condizioni di offerta si interromperebbe nel trimestre in corso” – comunica ad ogni modo l’esame della Bce – “Si è, invece, interrotto l’irrigidimento delle condizioni di offerta dei prestiti alle famiglie per l’acquisto di abitazioni, riflettendo le prospettive meno sfavorevoli per il mercato immobiliare. Secondo le valutazioni degli intermediari le politiche di offerta rimarrebbero invariate nel trimestre in corso” (vedi anche l’attuale situazione delle erogazioni dei mutui).

Insomma, secondo quanto ricordato dagli intermediari oggetto di consultazione, la debolezza della domanda di prestiti sarebbe proseguita anche nel secondo trimestre 2013, continuando a riflettere gli scarsi investimenti e, per le famiglie, la bassa fiducia dei consumatori. Anche nel terzo trimestre 2013 le prospettive sembrano confermare un naturale prolungamento della debolezza, parzialmente controbilanciata dal leggero miglioramento le condizioni di accesso al finanziamento all’ingrosso, (che riflette in parte l’allentamento delle tensioni sul mercato del debito sovrano).

Infine, sottolineano ulteriormente i dati forniti dalla Banca Centrale Europea, e collimati nel report di cui sopra, per l’Italia gli elementi statistici sarebbero stati realizzati mediante il coinvolgimento approfondito di 8 tra i principali istituti di credito operanti all’interno della Penisola, e sarebbero stati raccolti prima della data del 10 luglio 2013. I dati italiani rivelerebbero – conclude l’analisi – che per l’area dell’euro le politiche di offerta sono lievemente meno restrittive rispetto a quelle del nostro Paese.

Continueremo a monitorare l’evoluzione delle principali previsioni creditizie anche nel corso delle prossime settimane, sebbene non siano previsti sostanziali cambiamenti prima dell’ultima parte dell’anno.