Prestiti per soggetti non bancabili

di Gianfilippo Verbani Commenta


 Coloro che non riescono ad avere accesso a un prestito personale “ordinario”, poiché hanno difficoltà a manifestare l’esistenza di un reddito formale, o perchè sono disoccupati, o ancora perché hanno avuto problemi con pregressi finanziamenti nel passato, possono cercare di ottenere una linea di credito mediante il ricorso al microcredito, soluzione alternativa per venire incontro al 20% di cittadini italiani che oggi rientrano nel recinto dell’esclusione finanziaria.

Ad occuparsi del tema, negli ultimi giorni, è stato il quotidiano Il Sole 24 Ore. Secondo il giornale, che ha riportato le dichiarazioni di alcuni principali operatori del microcredito in Italia, i margini di crescita di tale business sarebbero notevoli. Qualche esempio?

Secondo Giampietro Pizzo, presidente di Microfinanza rating e presidente di Ritmi (il portale della rete italiana di micro credito), in Italia il microcredito può conquistare tassi di espansione molto significativi.  Stando alle affermazioni emerse dal rapporto della Fondazione Walfare Ambrosiana (Fwa) di Milano, il 43 per cento delle domande per ottenere il microcredito sono state inoltrate da donne mentre il 57 per cento da uomini e di questi il 61 per cento è rappresentato da cittadini italiani e il restante 39 per cento da stranieri, significando come il microcredito – pur nascendo in contesti internazionali – possa essere proficuamente utilizzato per soddisfare esigenze tipicamente interne e locali (vedi anche le previsioni sui prestiti alle famiglie).

Ad ogni modo, secondo Romano Guarinoni, direttore generale della Fwa, in Italia, “il rischio di confondere il micro credito con il credito al consumo è forte”. Di qui, l’evidenza di un difficile approccio nei confronti del vasto panorama del microcredito, troppo spesso “abbandonato” a iniziative microterritoriali, e quasi mai oggetto di un coordinamento più ampio e omogeneo. Tra i pochi progetti nazionali, quello del Prestito della speranza, ideato dalla Conferenza Episcopale Italiana, che ha costituito un fondo di garanzia operativo in tutta Italia e ha coinvolto oltre settemila famiglie.