Prestiti obbligazionari: capiamoli meglio

di Daniele Pace Commenta


 I prestiti obbligazionari si distinguono da altri prestiti per la forma e il soggetto coinvolti nel prestito. Innanzitutto devono essere tipici delle società per azioni, che attraverso un’emissione obbligazionaria, richiede un prestito a degli investitori. In parole povere, quando un’azienda, o un ente autorizzato, hanno bisogno di denaro per un nuovo progetto o per finanziarsi per il suo funzionamento, possono emettere delle obbligazioni, che saranno acquistate dagli investitori, che in pratica fungeranno così da finanziatori. Come è facile intuire dal nome, un’obbligazione è un obbligo che una società, o un ente, si assumono verso l’investitore che presta il denaro. Il soggetto che emette, si obbliga a restituire la somma versata in cambio della cedola (il certificato che attesta l’avvenuto acquisto dell’obbligazione) a cui viene aggiunto un interesse, o una partecipazione alla società, per rendere appetibile l’operazione. Infatti nessun investitore si priverebbe dei propri soldi senza poter avere un guadagno (l’interesse o la partecipazione ai profitti futuri).

Naturalmente ogni nuova emissione deve essere corredata di un regolamento che stabilisce il capitale totale richiesto, le modalità di rimborso e gli interessi, il valore singolo dell’obbligazione, le scadenze delle cedole e molti altri dettagli obbligatori per legge.

Gli investitori dovranno essere informati e essere a conoscenza soprattutto di tre componenti fondamentali: il tasso nominale del prestito, il prezzo di emissione e quello di rimborso.
Non esiste un solo tipo di obbligazione, e alcune di loro possono essere convertite anche in azioni, ma tutte possono essere ritirate, secondo regolamento.