Prestiti imprese meridionali: serve una moratoria

di Gianfilippo Verbani 2


 In Italia il problema e le difficoltà nell’accesso al credito sono maggiormente concentrate nelle regioni meridionali, e con la crisi degli ultimi dodici mesi le cose non sono di certo migliorate. Basti pensare che nel biennio 2007-2008, in base ad un rapporto dello Svimez, Associazione per lo Sviluppo dell’Industria nel Mezzogiorno, il tasso di crescita su base annua dei prestiti è crollato nel Meridione dal 14,9% al 7,9% rispetto invece al calo dal 12,4% al 10,2% del dato a livello nazionale. Al Sud c’è tra l’altro sia una “fuga di cervelli” verso le Regioni del Nord, oppure all’estero, sia un processo di diminuzione progressiva e persistente degli istituti di credito indipendenti; dal rapporto Svimez, non a caso, emerge come al Sud nel 1990 le banche meridionali indipendenti (banche popolari o società per azioni) fossero ben 100, mentre nel 2004 si erano ridotte ad appena 16; nello stesso arco di tempo, inoltre, le banche di credito cooperativo al Sud si sono praticamente dimezzate passando dalle 213 del 1990 alle 111 del 2004.

Ne scaturisce che con la rarefazione delle banche radicate nel territorio le difficoltà di accesso al credito aumentano, con la conseguenza di un minor sviluppo per le imprese, ed un freno alla crescita di nuove realtà imprenditoriali. Ecco allora spiegato come nel 2004 un laureato su quattro, con il massimo dei voti, lasciasse la propria terra per cercare lavoro, mentre tre anni dopo la percentuale è balzata al 38% circa.

Di conseguenza, in base a questi e ad altri dati negativi per il Meridione messi in risalto dallo Svimez, la Confesercenti, per voce del suo Presidente, Marco Venturi, ha chiesto apertamente che venga estesa a tutto il 2010 la moratoria sui prestiti delle piccole e medie imprese, partendo proprio da quelle che operano nel Sud del nostro Paese. Altrimenti, secondo l’Associazione di imprese, è alto il rischio di un vero e proprio tracollo dell’economia nel Mezzogiorno accompagnato da un aumento della diffusione della criminalità e dell’usura. Le PMI, infatti, accerchiate dalla crisi, hanno bisogno di ossigeno anche per difendere i livelli occupazionali, specie se si considera che al Sud, perso un posto di lavoro, è più difficile trovarne un altro.


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