Mutui, tetto al 4%: termini scaduti. Ma qualcuno ancora aspetta…

di Gianfilippo Verbani Commenta


 La fine di gennaio ha visto un’importante scadenza nel pianeta “mutui e dintorni”. E’ terminato infatti il periodo utile per consegnare allo sportello bancario l’autocertificazione che dà diritto ai contributi statali previsti dal decreto anticrisi del novembre 2008, il numero 185. Eravamo allora ancora nel periodo in cui, dopo i primi mesi della crisi sui mercati finanziari, c’era lo spauracchio dell’alto livello delle rate da pagare, che rischiava di mettere in ginocchio migliaia di cittadini già duramente provati dall’esplosione della bolla speculativa. Il Governo fissò pertanto per decreto il tetto del 4% per coloro che avevano stipulto un mutuo variabile su una prima casa prima del 31 ottobre 2008.

Con tale beneficio, il calcolo delle rate da versare nel 2009 non poteva superare il 4% di interesse; l’eccedenza se la sarebbe infatti accollata lo Stato. L’Agenzia delle Entrate presentò alle banche la lista degli aventi diritto, ma per coloro che non figuravano nell’elenco (generalmente a causa di problemi “tecnici”) era stata prevista la possibilità dell’autocertificazione atta ad attestare il possesso dei requisiti necessari. Molte banche hanno provveduto a rimborsare i clienti per conto dello Stato, ma ci sono ancoradei mutuatari in attesa di riavere dei soldi, come segnala la ABF, il neonato Arbitro Bancario Finanziario nato per dirimere le controversie banche-clienti. Sulla sua scrivania ci sono circa 200 ricorsi, un quarto riguardano i mutui e più d’uno proprio la questione del tetto al 4%.

I casi più controversi sono quelli del “tasso misto”, ma il dettato del decreto parla chiaro: sono contemplati tutti i mutui a tasso “non fisso” per l’intera durata. Non tutti gli istituti, però, hanno interpretato le cose allo stesso modo: Intesa-Sanpaolo, MPS e Popolare di Milano, per esempio, hanno fatto valere il tetto anche per i prodotti misti e non c’è stato alcun problema. Altri istituti, invece, come UniCredit BNL e Credem hanno riconosciuto il diritto solo a chi l’anno scorso ha pagato rate legate all’indice Euribor. Un solo tipo di mutuo, due strade diverse di trattamento.