Moratoria PMI: più liquidità alle imprese con l’Avviso comune

di Gianfilippo Verbani 2


 Rispetto alle 117 mila di fine dicembre 2009, le domande da parte delle piccole e medie imprese per l’accesso alla moratoria sui debiti bancari sono aumentate a quota 136 mila alla fine dello scorso mese di gennaio 2010. A fornire il dato è stata l’ABI, Associazione Bancaria Italiana, sottolineando in particolare come solamente il 2% delle domande esaminate dagli Istituti di credito non sia stato accolto. L’accesso alla moratoria da parte delle piccole e medie imprese è diffuso attraverso il canale bancario se si considera che ad aderire all’Avviso comune dell’ABI è stato il 98% del totale degli sportelli bancari in Italia per un totale di ben 584 banche. E così, in accordo con quanto dichiarato da Corrado Faissola, Presidente dell’Associazione Bancaria Italiana, da gennaio scorso la sospensione della quota capitale dei debiti bancari, che le piccole e medie imprese avrebbero dovuto restituire, ha lasciato nelle casse delle PMI ben otto miliardi di euro di liquidità.

I dati, relativi al monitoraggio sull’andamento della moratoria alle piccole e medie imprese aggiornato al 31 gennaio 2010, rivelano come ben il 91% delle richieste sia risultato ammissibile per l’accesso alla sospensione della quota capitale, con i comparti dell’industria e del commercio, comparto alberghiero ed altri servizi in cima tra i settori dell’economia che hanno richiesto la moratoria. Le 136 mila domande presentate corrispondono a richiesta di moratoria sul debito per finanziamenti in essere pari a ben 42 miliardi di euro, in rialzo rispetto ai 37,3 miliardi di euro della fine di dicembre.

Le domande analizzate dal sistema bancario sono state sinora 128 mila con l’80% di queste già accolte, altre 21 mila ancora in corso di istruttoria, e solo 2.700 domande, pari al 2%, che non è stato accolto. Oltre la metà di richieste di moratoria sul debito, per la precisione il 54,5%, è giunto da piccole e medie imprese aventi sede legale nel Nord Italia, mentre la quota restante, pari al 45,5%, è riferita a tutto il Centro ed al Sud Italia.


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