Moneta elettronica: le carte prepagate costano troppo

di Gianfilippo Verbani Commenta


 In Italia negli ultimi anni c’è stato un vero e proprio boom di crescita nell’utilizzo della moneta elettronica attraverso non solo le carte di credito “classiche”, ma anche le “ricaricabili” utilizzate sia dai giovani, sia dagli adulti come un vero e proprio “borsellino elettronico“. Pur tuttavia, alla diffusione a macchia d’olio dell’utilizzo delle carte corrispondono costi elevati a carico dei cittadini/consumatori. A rilevarlo è stata l’Autorità Garante per la Concorrenza ed il Mercato a seguito di un’indagine conoscitiva da cui è emerso come, secondo l’AGCM, sia necessario aprire il mercato delle carte prepagate sia agli operatori della telefonia mobile, sia alle società che operano nel business dei micro-pagamenti. I costi delle ricaricabili, in base all’indagine conoscitiva condotta dall’AGCM, variano in base al fatto che il consumatore sia o meno titolare di un conto corrente: nel primo caso il costo medio annuo è di 18 euro, mentre per chi non possiede un conto corrente, anche in virtù di un maggiore utilizzo, e di commissioni di ricarica che complessivamente possono anche raggiungere i cinque euro ad operazione, i costi schizzano a 67 euro medi annui.

Per abbassare tali costi, l’Antitrust ritiene che si debba aprire il mercato delle carte di credito prepagate agli operatori che commercializzano carte prepagate che ancora sono “chiuse” riguardo alla possibilità di ricaricarle con il denaro; trattasi, nello specifico, delle carte telefoniche, di quelle per il pagamento dei servizi per la televisione, e le carte telefoniche internazionali per un totale che supera la quota degli 80 milioni di carte; l’apertura del credito prepagato alla telefonia permetterebbe inoltre di incentivare anche il mercato dei pagamenti in mobilità con il telefono cellulare, con la conseguenza di un abbattimento di costi di ricarica e di commissioni non solo per i consumatori, ma anche per gli stessi esercenti.

Allo stato attuale, infatti, una carta di credito prepagata, oltre al canone annuo, se previsto, presenta di norma costi, anche elevati, per le commissioni di ricarica che, sovente, non vengono applicate solamente per le ricariche di denaro allo sportello, ma anche per quelle effettuate via Internet. In più, ci sono sempre per ogni carta tanti balzelli che contribuiscono a far elevare i costi: dalle commissioni di prelievo alle spese per la rigenerazione del codice PIN passando per la commissione di scarico del credito.