Migliora l’andamento del mercato immobiliare e dei mutui nel 2014

di Gianfilippo Verbani Commenta

Il 2014 si è presentato come un anno di ripresa del settore immobiliare, in cui nei primi tre mesi dell'anno, dopo i cali registrati nel 2013, si è potuta osservare una crescita del 20 per cento del numero dei nuovi mutui rispetto all'anno precedente.


 Secondo una ricerca recentemente elaborata dall’Abi, l’Associazione Bancaria Italiana, in collaborazione con l’Agenzia delle Entrate, tra la fine del 2014 e l’inizio del 2013 sono migliorate le possibilità degli italiani di acquistare una nuova abitazione. Le ragioni di questo miglioramento si devono infatti al calo dei prezzi che si è avuto nei mesi scorsi e al conseguente abbassamento dei tassi di interesse sui mutui.

L’andamento dei tassi di interesse di prestiti e mutui a marzo 2014 secondo Bankitalia

Il 2014 quindi si è presentato come un anno di ripresa del settore immobiliare, in cui nei primi tre mesi dell’anno dopo i cali registrati nel 2013 si è potuta osservare una crescita del 20 per cento del numero dei nuovi mutui rispetto all’anno precedente. Il miglioramento del mercato immobiliare dunque si fonda sulla diminuzione del prezzo delle case in relazione al reddito a disposizione delle famiglie e sull’abbassamento generale del livello dei tassi di interesse sui finanziamenti ipotecari.

Crolla il prezzo delle case nel 2013 e aumenta la domanda di mutui

Ad oggi le famiglie che dispongono di un credito sufficiente a coprire almeno il 30 per cento annuo del costo di un mutuo sono pari al 50 per cento, con una netta ripresa anche delle famiglie più giovani e di quelle residenti nelle grandi città, dove i prezzi hanno più facilmente tenuto che altrove.

Si tratta quindi secondo l’Abi, l’Associazione bancaria italiana, di un risultato estremamente positivo rispetto a soli 5 anni fa. Nel primo trimestre 2014 l’indice Abi di accessibilità ai mutui è in miglioramento con un nuovo valore medio locale al 7,1 per cento, livello massimo record dal 2006. A livello territoriale, invece, solo tre regioni italiane sono rimaste negative nel 2013, tra cui il Lazio, la Liguria e la Toscana.