Le nuove regole del prestito vitalizio ipotecario

di Gianfilippo Verbani Commenta

Tale tipologia di finanziamento è detinata agli over 60 proprietari di un immobile residenziale e consente di ottenere un prestito ipotecando l’immobile a patto che quest’ultimo non sia già gravato da precedenti ipoteche.


La nuova normativa riguardante il prestito vitalizio ipotecario è attiva ormai da qualche settimana. Tale tipologia di finanziamento è destinata agli over 60 proprietari di un immobile residenziale e consente di ottenere un prestito ipotecando l’immobile a patto che quest’ultimo non sia già gravato da precedenti ipoteche.

Grazie al prestito ipotecario vitalizio, chi richiede il finanziamento continua ad essere proprietario della casa e può continuare ad abitarla ma non può né venderla né affittarla.

L’importo che si può ottenere varia in percentuale a seconda del valore dell’immobile, che dovrà essere determinato da un perito, e in base all’età del richiedente. Più alta è l’età tanto maggiore sarà la somma che si può ottenere: la percentuale ottenibile varia comunque da un minimo del 15% circa sino a un massimo del 50% del valore dell’abitazione, mentre la somma che si può ricevere in prestito non può superare i 350mila euro.

Per quanto riguarda il rimborso, il richiedente ha la possibilità di non pagare le rate (né gli interessi né la quota capitale) oppure concordare un piano di rientro graduale. Nel primo caso, il rimborso avviene in un’unica soluzione alla morte del debitore e, se c’è, del coniuge ed è a carico degli eredi. Questi ultimi hanno 12 mesi di tempo per decidere se saldare il debito e riscattare la casa oppure vendere e incassare l’eventuale eccedenza un volta ripagata la banca, mentre se il ricavato dalla vendita della casa è inferiore all’importo da restituire, il debito viene estinto e la differenza non può essere richiesta agli eredi.

Una delle principali criticità del prestito ipotecario vitalizio, che può essere a tasso fisso o variabile, riguarda gli interessi dato che in questo caso è ammesso il calcolo degli interessi composti (anatocismo), un meccanismo per il quale la somma da rimborsare cresce a dismisura se versata alla scadenza del finanziamento in un’unica soluzione. Un altro elemento a sfavore è inoltre il costo: lo spread applicato dalle banche è infatti intorno al 5%, valore ben più alto rispetto a quello richiesto per un normale mutuo.