La tassa sul bancomat è realtà

di Gianfilippo Verbani Commenta

La tassa sul bancomat è realtà anche se non è rivolta a tutti i cittadini e si è attirata addosso numerose polemiche da parte di chi non ha capito la ratio.


Si è fatto un gran parlare della tassa sui bancomat e adesso questa tassa è realtà. Il coma 7 bis della delega fiscale sanziona tutti i prelievi dagli sportelli automatici che non possono essere motivati con una spesa verificata. Il bancomat però, è troppo importante per tutti. 

Il primo punto da evidenziare di questa normativa è che non riguarda tutti i cittadini o comunque non riguarda i cittadini che effettuano dei prelievi dai loro conti correnti. Questo provvedimento riguarda soprattutto i professionisti e i titolari delle partite Iva. Quello che vuole questa norma è limitare l’uso del denaro contante che è da sempre collegato al lavoro nero e all’evasione fiscale.

Carte di credito contro l’evasione fiscale

la seconda cosa da notare è che non si tratta di una vera e propria “tassa” ma di una sanzione, una multa che oscillerà tra il 10 e il 50% della somma prelevata ma non giustificata al Fisco. Il Governo già nel 2005 aveva provato ad introdurre una norma simile, ma è stata successivamente dichiarata incostituzionale e abolita. L’abolizione della prima tassa sul bancomat derivata dal fatto che non poteva essere stabilita una connessione tra prelievi ingiustificati a lavoro nero.

POS obbligatorio – Vantaggi e svantaggi della sua introduzione

Qual è allora la ratio di questo intervento? Al di là delle proteste non saranno le spese di pochi euro a spingere il Fisco a fare delle multe, quanto piuttosto ingenti (e frequenti) prelievi a cui non corrisponde lo stesso tenore di vita dichiarato durante la dichiarazione dei redditi.