ING Direct “Coltiva il tuo sogno” – il progetto

di Gianfilippo Verbani Commenta


 Abbiamo più volte parlato del desiderio di eticità espresso dagli italiani rispetto alle agenzie (banche, ma anche finanziarie ed altri tipi di istituzioni) che gestiscono i loro risparmi. Vero, così come vero è anche che non sempre si mira ad esaudire questo desiderio, preferendo, ad esempio, una banca che investe nello sviluppo degli armamenti o in prodotti altamente inquinanti pur di poter ottenere una remunerazione del capitale più elevata. Tant’è: tra il dire e il fare… A noi piace però sottolineare come ING Direct abbia pensato alle nuove generazioni con un progetto a loro dedicato espressamente. Andiamo a scoprirlo insieme

I creatori del Conto Arancio (quello della zucca, per intenderci) si sono fatti promotori, proprio perché forti del loro logo, di un progetto di educazione al risparmio chiamato “Coltiva il tuo sogno”, dedicato ai bambini delle scuole elementari. “Coltiva il tuo sogno – leggiamo da internet – è un progetto che nasce per rispondere ad un bisogno urgente nella nostra società: educare le nuove generazioni ad una considerazione attiva del risparmio in tutti i campi. Questo perché il risparmio non è solo una questione di denaro: risparmiare vuol dire riconoscere il valore delle cose, avere rispetto delle risorse, proprie e del mondo. Risparmia chi ha imparato a usare l’intelligenza e la pazienza per realizzare un progetto”.

Parole che ci sentiamo di sottoscrivere appieno. Poco importa che poi il risparmio sia, per gli inventori di un conto di deposito come è Conto Arancio, uno dei valori più importanti, necessario per veder crescere anche i propri utili: chi progetta un’iniziativa educativa deve essere premiato, sempre. Così facciamo noi, parlando di questo progetto, che è bene sia noto, diffuso e magari imitato il più possibile. Per giunta, “A conclusione del progetto le classi potranno partecipare al concorso Semi di futuro e ING Direct verserà 30 euro per ogni classe partecipante al programma finanziando 1 anno di scuola per un bambino di India, Brasile ed Etiopia”.